Stimolare il cervello dall'esterno in
modo del tutto indolore e non invasivo potrebbe aiutare la lotta
all'obesità: la stimolazione, infatti, riduce la voglia di cibo
ripristinando una corretta sensazione di gratificazione offerta
dal mangiare (sensazione che è alterata negli obesi) e, quindi,
aiutando il controllo dell'appetito.
E' quanto dimostrato in un lavoro italiano presentato oggi a
Barcellona in occasione del meeting annuale della European
Society of Endocrinology.
Lo studio è coordinato da Livio Luzi dell'Istituto di
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Policlinico San Donato e
fa parte di una sperimentazione più ampia che va avanti da 4
anni ed ha coinvolto finora più di 50 pazienti obesi.
La stimolazione usata in questi lavori è la transcranica
profonda (dTMS), che invia (mediante un caschetto che il
paziente indossa mentre è comodamente seduto su una poltrona)
onde magnetiche al cervello. Si tratta di un metodo già usato ad
esempio su pazienti depressi.
"Finora - racconta Luzi all'ANSA - abbiamo dimostrato che la
stimolazione ad alta frequenza (18 hertz) somministrata per 5
settimane (3 sessioni a settimana di mezz'ora ciascuna) produce
(insieme a una dieta bilanciata in cui si tagliano in media 300
calorie al fabbisogno giornaliero di ciascun paziente) un calo
ponderale del 6-7% che si mantiene a lungo termine (per oltre un
anno)". Senza la stimolazione il calo ponderale è
significativamente inferiore, fermandosi al 2-3%.
Nello studio presentato a Barcellona è emerso il meccanismo
d'azione della dTMS: "facendo un prelievo prima e dopo la seduta
- racconta Luzi - abbiamo visto che la TMS aumenta le endorfine
(molecole del piacere) in circolo e quindi ripristina una
adeguata sensazione di piacere legata all'ingestione di cibo,
sensazione che nell'obeso è alterata inducendolo a mangiare di
più per sentirsi gratificato".
Lo studio prosegue, conclude Luzi, con l'obiettivo di testare
la TMS anche su altri pazienti, ad esempio diabetici e bulimici.
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