Nuovo passo avanti nella lotta contro
il tumore al polmone grazie all'immunoterapia, che risveglia il
sistema immunitario per combattere il cancro: dopo due anni di
follow-up, la molecola pembrolizumab in prima linea, ovvero come
primo trattamento terapeutico, raddoppia la sopravvivenza
rispetto alla chemioterapia. I dati mostrano infatti una
sopravvivenza globale media di 30 mesi con pembrolizumab
rispetto a 14,2 mesi con la chemioterapia. Sono i risultati
dello studio KEYNOTE-024, presentati alla World Conference on
Lung Cancer svoltasi a Yokohama in Giappone.
I pazienti trattati presentano tumore del polmone non a
piccole cellule metastatico con alti livelli di PD-L1. Con
ulteriori sei mesi di dati disponibili, i risultati continuano a
mostrare una riduzione del rischio di morte del 37% con
pembrolizumab rispetto alla chemioterapia dopo più di due anni
di follow-up.
"Questi dati, che derivano da un follow-up prolungato dello
studio - ha affermato Giorgio Scagliotti, Direttore Oncologia
all'Università di Torino - indicano come pembrolizumab sia in
grado di esercitare un impatto sulla sopravvivenza globale più
significativo rispetto alla chemioterapia in una popolazione
specifica. L'attività è anche abbinata a un profilo di ridotta
tossicità globale".
"Se da un lato continuiamo ad avere risultati aggiornati da
questo studio su pazienti con tumore del polmone non a piccole
cellule trattati in prima linea, dall'altro i medici stanno
acquisendo informazioni importanti sui benefici clinici a lungo
termine della molecola - ha sottolineato Martin Reck della
LungenClinic Grosshansdorf in Germania -. I significativi
risultati di sopravvivenza globale osservati nello studio
KEYNOTE-024, che ha incluso pazienti con prognosi sfavorevole,
rafforzano l'indicazione di pembrolizumab in pazienti
selezionati nel trattamento di prima linea di questa malattia".
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