Le cellule staminali svelano i
danni fatti dal diabete in gravidanza alla mamma e al bambino:
le staminali presenti nello 'spartiacque' madre-feto rivelano
infatti le alterazioni metaboliche presenti nell'utero delle
mamme obese o con diabete gravidico che possono influenzare il
normale sviluppo del bambino. Lo dimostra lo studio di una
giovane ricercatrice della Società Italiana di Diabetologia
(Sid), Sara Parrettin, svolto grazie ad un grant della Sid e
presentato al Congresso dell'Associazione europea per lo studio
del diabete (Easd). Una mamma obesa e la comparsa di diabete
durante la gravidanza rappresentano due condizioni metaboliche
sfavorevoli per il normale sviluppo del bambino. Una condizione
di obesità, soprattutto se complicato dal diabete gestazionale,
si associa a conseguenze sfavorevoli sia a livello ostetrico che
neonatale (rischio di parto pre-termine, cesareo, aumentata
mortalità perinatale, maggiore frequenza di macrosomia cioè di
peso alla nascita superiore a 4 Kg e difetti dello sviluppo). Le
alterazioni metaboliche materne, dunque, condizionando
l'ambiente uterino e possono influenzare lo sviluppo fetale e
condizionare il rischio di malattie metaboliche a lungo termine.
Lo studio ha analizzato 504 pazienti affette da diabete
gravidico, studiando le variazioni presenti in un tipo
particolare di cellule staminali, le mesenchimali cordonali del
gel di Wharton localizzate nell'interfaccia materno-fetale,
nell'ipotesi che queste potessero dare informazioni sui
meccanismi attraverso i quali diabete gravidico e obesità
condizionano lo sviluppo del feto. Gli autori concludono quindi
che tali staminali possono rappresentare un utile strumento in
grado di rispecchiare l'ambiente metabolico materno.L'obesità
soprattutto se complicata dal diabete gestazionale "è una
condizione di rischio sia per la gestante che per il neonato -
commenta Giorgio Sesti, presidente SID -.
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