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Cervello 10 volte più attivo di quanto fino ad oggi ritenuto

Cervello 10 volte più attivo di quanto fino ad oggi ritenuto

Nuova scoperta basata su maggiore comprensione funzione dendriti

ROMA, 13 marzo 2017, 19:24

Redazione ANSA

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Cervello 10 volte più attivo di quanto fino ad oggi ritenuto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cervello 10 volte più attivo di quanto fino ad oggi ritenuto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cervello 10 volte più attivo di quanto fino ad oggi ritenuto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nostro cervello è 10 volte più attivo di quanto fino ad oggi ritenuto. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Science, che potrebbe cambiare la comprensione di come funziona il nostro cervello e portare a nuovi approcci per il trattamento di disturbi neurologici. Alla base della scoperta, una maggiore comprensione della funzione dei dendriti, componenti delle cellule nervose del cervello.
    I neuroni hanno una strutture ad albero, il soma, con tanti rami che si estendono verso l'esterno, i dendriti. Il soma genera brevi impulsi elettrici, o picchi, per far comunicare tra loro i neuroni e si riteneva finora che tali impulsi attivassero i dendriti, che a loro volta in modo 'passivo', li inviavano ai soma di altri neuroni. Questo processo era ritenuto essere il modo in cui avviene l'apprendimento e la formazione della memoria. Ma un team dell'Università della California Los Angeles ha scoperto che i dendriti non sono solo conduttori passivi ma sono invece elettricamente attivi, persino più del soma. Ponendo degli elettrodi vicino ai dendriti, gli scienziati ne hanno misurato l'attività per un massimo di quattro giorni in ratti che potevano muoversi liberamente all'interno di un grande labirinto. Hanno così trovato molto più attività nei dendriti che nei soma, circa cinque volte in più mentre i ratti stavano dormendo, e fino a 10 volte in più quando i topi stavano esplorando il labirinto. "Una scoperta rilevante visto che i dendriti costituiscono oltre il 90 per cento del tessuto neurale", commenta Mayank Mehta, autore dello studio, secondo il quale si tratta di un "passo avanti verso lo sviluppo di un computer in grado di pensare come gli esseri umani".
   

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