Per un paziente diabetico sostituire
alla 'metformina' (il primo farmaco prescritto quando si
diagnostica la malattia) o aggiungere ad essa un'altra categoria
di farmaci molto prescritta, le 'sulfaniluree', potrebbe essere
associato a più rischio di complicanze, in particolare il
passaggio alle sulfaniluree sembra associato all'aumento di
rischio di infarto e di mortalità per tutte le cause.
Lo rivela una ricerca condotta da Samy Suissa della McGill
University in Canada e pubblicata sul British Medical Journal.
"Questo studio è di particolare interesse clinico -
sottolinea in un'intervista all'ANSA Francesco Purrello,
presidente della Società Italiana di Diabetologia e ordinario di
Medicina Interna all'Università di Catania. Proiettato sulla
realtà italiana portano a delle importanti riflessioni. Le
sulfaniluree, infatti, sono nel nostro paese ancora largamente
utilizzate (circa il 30% dei pazienti, contro una media europea
di circa la metà)".
L'obiettivo dello studio era verificare se aggiungendo o
sostituendo alla metformina (farmaco di prima linea per il
diabete) una sulfanilurea sia associato all'aumento di rischio
di serie complicanze, rispetto al continuare la terapia con la
sola metformina nei pazienti con diabete di tipo 2, la forma più
diffusa della malattia.
Le sulfaniluree (o sulfoniluree) sono una famiglia di farmaci
per il trattamento del diabete mellito di tipo 2. La loro azione
consiste nello stimolare il pancreas a produrre maggiori
quantità di insulina, l'ormone che regola lo zucchero nel sangue
(glicemia).
I ricercatori hanno analizzato i dati del britannico
"Clinical Practice Research Datalink" per oltre 77.000 pazienti
(di età media 64 anni) con diabete di tipo 2 che hanno iniziato
a prendere metformina tra 1998 e 2013.
Tra questi i pazienti che hanno cominciato ad assumere anche
sulfaniluree o solo sulfaniluree al posto della metformina sono
stati messi a confronto con coloro che hanno continuato solo con
metformina, andando ad osservare tutte le complicanze
intervenute (dai ricoveri per infarto e ictus ai decessi per
cause cardiovascolari e non).
È emerso che il rischio di complicanze aumenta con le
sulfaniluree, specie per coloro che passano a tali farmaci
sospendendo del tutto la metoformina.
Si vede che complessivamente aggiungere alla metformina e/o
sostituirla con sulfaniluree si associa a un aumento di rischio
infarto (7,8 casi versus 6,2 per 1000 persone l'anno), aumento
della mortalità per tutte le cause (27,3 v 21,5), aumento di
grave ipoglicemia (5,5 v 0,7), rispetto ai pazienti che
continuano a prendere solo metformina.
Si è anche osservata la tendenza a aumento di rischio di
ictus ischemico (6,7 v 5,5 per 1000 persone/anno) e mortalità
per cause cardiovascolari (9,4 v 8,1) con l'uso di sulfaniluree.
Questi dati hanno rilevanza clinica, ribadisce Purrello. La
ragione per cui le sulfaniluree sono molto prescritte nel nostro
paese è anche che "i farmaci di nuova generazione, come ad
esempio gli 'inibitori di DPP4' non possono essere prescritti
dai medici di medicina generali (MMG), che oggi in Italia sono
"obbligati" a prescrivere sulfaniluree in aggiunta e/o
sostituizione alla metformina a tutti i pazienti non gestiti in
collaborazione con gli specialisti diabetologi (collaborazione
fortemente auspicabile in ogni caso)". "Da tempo i diabetologi
hanno dato il loro parere positivo all'uso di questi nuovi
farmaci da parte del MMG", sottolinea il presidente SID.
"I dati di questo studio sono fortemente in accordo con gli
standard di cura 2018 delle Società Scientifiche italiane SID e
Associazione Medici Diabetologi(AMD) - conclude Purrello - che
non prevedono l'uso di sulfaniluree come farmaco di prima scelta
in associazione a metformina. Occorre che tutti i medici si
adeguino a queste raccomandazioni".
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