Mangiare uva fresca da tavola
protegge l'organismo dalle malattie cardiovascolari. A dirlo è
una ricerca condotta dal Crea Viticoltura ed Enologia di Turi,
in collaborazione con ricercatori dell'Università di Bari, che
ha valutato il legame salutare tra l'assunzione prolungata di
uva e i processi di coagulazione e fibrinolisi, responsabili dei
disturbi cardiovascolari.
I ricercatori hanno scelto la varietà Autumn Royal, a bacca
nera, proprio per le sue caratteristiche, dal moderato contenuto
di zuccheri, all'elevato contenuto di composti polifenolici e di
antiossidanti. Le analisi del sangue effettuate su un campione
di 20 persone all'inizio, alla fine del periodo di assunzione di
uva (5g/kg di peso al giorno) e dopo un mese dalla fine
dell'assunzione, hanno dimostrato innanzitutto che non si è
verificato alcun aumento della glicemia né del profilo lipidico,
sfatando così un falso mito. Inoltre, l'assunzione prolungata ha
anche un effetto anticoagulante perché, aumentando la capacità
fibrinolitica del plasma, riduce i meccanismi di formazione dei
trombi ed esalta quelli deputati alla loro rimozione.
Ricca di sali minerali (potassio, ferro, fosforo, calcio,
manganese, magnesio, iodio, silicio, cloro, arsenico), vitamine
A, B e C, e polifenoli, l'uva vanta proprietà ricostituenti e
antiossidanti, perché combatte i radicali liberi responsabili
del deterioramento dei tessuti e del Dna. Con il suo contenuto
di acqua e fibre, inoltre, permette di purificare l'intestino e
il fegato. Inoltre se assunta nella dieta alle dosi sopra
riportate, la sua composizione la rende particolarmente indicata
come valido ausilio nel trattamento dei principali fattori di
rischio dell'aterosclerosi come l'ipertensione, il diabete,
l'iperlipidemia e lo stress ossidativo, al punto da poter
contribuire a ridurre la mortalità legata ai disturbi
cardiovascolari.
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