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Censis, detrazioni come per ristrutturazioni immobili

Censis, detrazioni come per ristrutturazioni immobili

20 novembre 2014, 10:41

Redazione ANSA

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MILANO - Un ulteriore ridimensionamento del mercato dell'auto, che già negli ultimi 5 anni di crisi ha venduto circa 1,4 milioni di nuove vetture in meno, graverebbe in misura ''insopportabile'' sull'economia dell'Italia, che ha visto il contributo al Pil del settore diminuire del 3,9% dal 2008 al 2013 (dall'11,7% al 7,8%), e sui conti pubblici. Per questo occorre una maggiore attenzione delle istituzioni sulle problematiche del comparto per contribuire al rinnovo di un parco circolante che ha un'età media di 9,5 anni e circa 10 milioni di vetture con oltre 14 anni di età. Sono le conclusioni a cui giunge uno studio del Censis presentato oggi alla Conferenza stampa dell'Unrae in cui si precisa che ''un'utile indicazione per il rilancio del settore può venire dal successo delle misure di detrazione fiscale adottate dal governo per la ristrutturazione degli immobili che nel periodo 1998-2014 si stima abbiano determinato un saldo complessivo positivo di circa 12,1 miliardi di euro''. Un meccanismo simile di detraibilità di parte dei costi di acquisto delle autovetture, secondo il Censis, sostenendo le vendite ai privati immetterebbe nuova liquidità nel sistema con effetti positivi sull'occupazione, la produzione del reddito e il gettito fiscale complessivo. Secondo la ricerca del Censis le principali cause del crollo delle immatricolazioni auto in Italia sono la crisi economica, che ha colpito soprattutto l'acquisto dei beni durevoli, ed il 'rigor d'auto', ossia l'insieme dei costi che si generano con il possesso e l'utilizzo di un'automobile, sempre più appesantiti dalla componente fiscale. Quest'ultima nel 2013 è stata di 70,51 miliardi di euro, di cui quasi 58 miliardi sono determinati dall'uso dell'auto su cui gioca un ruolo primario il consumo di carburante (36,6 miliardi di euro). Circa 6 miliardi di prelievi fiscali invece vengono dal semplice possesso di un'auto e 6,6 miliardi dalle imposizioni fiscali sugli acquisti. Ma anche se il settore è una gallina dalle uova d'oro per l'erario, a causa del tracollo delle immatricolazioni tra il 2012 ed il 2013 il gettito è sceso di circa 2 miliardi di euro (da 72,43 a 70,51).

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