MILANO - Il mancato rinnovo dell'auto per gli italiani è un risparmio forzato vista la crescita del fenomeno del pendolarismo e le frequenti carenze delle infrastrutture e della mobilità locale che ne rendono l'uso indispensabile. La conseguenza è che oggi l'età media del parco circolante italiano è di 9,5 anni, con le autovetture con più di 14 anni anni che sono il 28,4% del parco circolante, sfiorando i 10 milioni di unità. Quest'ultime emettono ogni anno circa 22,5 milioni di tonnellate di CO2 e se venissero sostituite, spiega il Censis, le emissioni si ridurrebbero di 12,2 milioni di tonnellate, con un serio contributo al raggiungimento degli obiettivi europei di contenimento delle emissioni al 2020. Inoltre la loro sostituzione determinerebbe una riduzione della mortalità per incidenti stradali del 7,8% circa. Altre conseguenze dell'invecchiamento del parco circolante in Italia secondo il Censis è la spesa aggiuntiva per carburanti di 5,3 miliardi di euro nel 2013, che non sarebbero stati spesi se il parco auto avesse avuto un'età media di circa 7 anni, come nel 2006 e nei paesi europei più evoluti. Infine, se i circa 1,4 milioni di nuove vetture a benzina di cui la crisi ha impedito la vendita negli ultimi 5 anni avesse comportato la sostituzione di un numero analogo di vetture Euro 0,1 e 2, secondo il Censis si sarebbe evitata l'emissione di circa 18.500 tonnellate di monossido di carbonio (l'8,2% del parco a benzina).
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