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Sicurezza al volante? Scania monitora le onde cerebrali

Sicurezza al volante? Scania monitora le onde cerebrali

Studio per elaborare i sistemi di avviso acustico più efficaci

16 ottobre 2016, 18:46

Redazione ANSA

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Sicurezza al volante? Scania monitora le onde cerebrali © ANSA/Scania/Kjell Olausson

Sicurezza al volante? Scania monitora le onde cerebrali © ANSA/Scania/Kjell Olausson
Sicurezza al volante? Scania monitora le onde cerebrali © ANSA/Scania/Kjell Olausson

ROMA - Guidatori più sicuri con monitoraggio onde cerebrali Per migliorare l'efficacia dei dispositivi di avviso di bordo dei suoi camion la Scania ha avviato uno studio scientifico che analizza le onde cerebrali degli autisti durante la guida. La ricerca, effettuata in collaborazione con l'Istituto tedesco Max Planck per la cibernetica biologica di Tubinga, punta a evidenziare le differenze nelle reazioni del cervello di diversi soggetti ai vari stimoli acustici percepibili al volante. Il fine, appunto, è sviluppare sistemi di avviso e di allarme più efficaci per contribuire, così, alla sicurezza di guida degli stessi autotrasportatori.

Lo studio scientifico ha coinvolto sedici autisti professionali e segue una ricerca effettuata internamente da Scania che aveva evidenziato la preferenza degli autisti per alcuni suoni rispetto ad altri. Grazie a 64 elettrodi posizionati sulle teste dei driver seduti al simulatore di guida sono state registrate tramite un elettroencefalogramma le loro attività cerebrali. Uno degli scopi era misurarne l'attività celebrale, eliminando i fattori culturali che influenzano la nostra percezione dei diversi segnali acustici e il relativo sforzo richiesto per la loro comprensione. Nel test della durata di 25 minuti, che riproduceva per tutti lo stesso tratto di strada con condizioni simili, i ricercatori del Plank hanno fatto riprodurre in cabina dodici suoni specifici per venti volta, oltre a una serie di rumori di sottofondo non connessi alla strumentazione di bordo.

All'ascolto del suono i guidatori dovevano premere un pulsante.

Christiane Glatz, ricercatrice in neuroscienze cognitive dell'Istituto Max Planck che ha eseguito l'esperimento ha spiegato: ''Un segnale acustico consente all'autista di effettuare o meno una determinata azione. Se funziona correttamente dovrebbe essere compreso immediatamente e senza alcuna ambiguità. Non dovrebbe richiedere quindi alcuna riflessione. I comandi vocali potrebbero essere compresi in modo ancora più chiaro, ma richiederebbero un maggior impegno mentale per essere elaborati, rispetto a segnali acustici che ci sono famigliari. Basti pensare, per esempio, al suono delle sirene di un'ambulanza che siamo in grado di comprendere immediatamente''.

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