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Bmw Art Cars, quasi mezzo secolo di creatività su ruote

Bmw Art Cars, quasi mezzo secolo di creatività su ruote

Van Hooydonk, 'l'ultima opera dinamica con Julie Mehretu'

CERNOBBIO, 27 maggio 2024, 10:38

Giannantonio Pettinelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

 Quando nel 1975 alla Bmw e al pilota francese Hervé Poulain venne l'idea di far personalizzare da un artista una vettura da corsa nessuno poteva immaginare cosa si sarebbe sviluppato da questo gesto creativo che - a livello globale - dopo quasi 50 anni resta il legame più coerente tra automobili e arte.
    Gli artisti che da allora hanno creato per Bmw la collezione Art Cars hanno usato le tecniche grafiche e artistiche più disparate. E le 'tele' più diverse, dai bolidi da competizione alle auto di serie. I risultati sono stati sempre diversi e comunque appaganti Nessuna Art Cars assomiglia a un'altra in quanto artista è stato libero di scegliere la tecnica e i temi che gli sembravano adatti.
    "Lavorare con questi artisti per noi è sempre interessante - ha detto Adrian Van Hooydonk, responsabile del centro stile del Gruppo Bmw, durante il talk su Bmw Art Cars che si è tenuto nell'ambito del Concorso di Eleganza di Villa D'Este - perché da una parte è una sfida e dall'altra è un'attività molto stimolante".
    "Questo perché gli artisti interpellati hanno delle opinioni su quello che succede nella società e hanno anche la capacità di guardare molto nel futuro. E questo per noi è molto rilevante per il nostro lavoro. Si possono avere vedute diverse però a questi artisti, che sono molto noti, bisogna dare molta libertà di espressione".
    Un incontro, quello di Villa D'Este, che si è svolto in concomitanza con il debutto della Bmw M Hybrid V8 decorata dall'artista newyorkese Julie Mehretu. Ed in questo caso, come spesso è avvenuto nell'ormai lunga tradizione delle Bmw Art Cars, l'auto - dopo essere stata presentata staticamente qualche giorno fa a Parigi - diventerà un'opera d'arte 'dinamica' in quanto gareggerà alla imminente 24 Ore di Le Mans.

 


 
    "Naturalmente per fare una Art car che scenderà in pista - ha detto Van Hooydonk - occorre rispettare tante regole e Mehretu ha capito subito che una macchina da corsa deve essere competitiva e quindi nel realizzare la sua opera non ha interferito su questo aspetto".
    Adrian Van Hooydonk ha ricordato che con Julie Merhetu "il progetto è iniziato circa tre anni fa. All'inizio avevamo pensato di fare un'auto stradale, una i4. Per un anno e mezzo abbiamo lavorato su questo progetto ma poi ci è venuta l'idea di fare una macchina da competizione perché la maggior parte delle Art Car erano macchine da corsa".
    "Quindi - ha aggiunto - abbiamo proposto a Julie di cambiare progetto, cambiare direzione e fare una macchina da corsa. E lei ha accettato la sfida. Era un po' più difficile, credo per lei, perché c'erano più cose da osservare e più regolanti da rispettare, ma lei si è subito innamorata delle corse e del progetto. L'abbiamo invitata a Daytona e subito è entrata nel team".
    Adrian Van Hooydonk ha ricordato che su queste auto, che sono vere e proprie opere d'arte, "hanno lavorato dal 1975 artisti del calibro di Frank Stella, Andy Warhol, César Manrique, Esther Mahlangu, David Hockney, Jenny Holzer, Cao Fei e John Baldessari".
    "Sono stato fortunato di aver lavorato con parecchi artisti, è sempre una gioia, sempre fonte di molta ispirazione. Ogni tanto ci sono anche difficoltà, ma questo è normale, questo è il design. Per noi la cosa più importante o interessante di lavorare con questi artisti è di discutere con loro sul futuro, perché questo argomento ci interessa tantissimo".
    "Come direttore del centro stile di Bmw - ha detto Adrian Van Hooydonk - all'inizio di un progetto lascio il mio team completamente libero di esprimersi perché così arrivano molte idee, molta creatività. Ed è poi durante il progetto che aggiungiamo tutto quello che serve per rispettare le normative".
    "Ma nel caso di una macchina da corsa è ancora un po' più difficile perché tutto è dedicato alla velocità e, diciamo, a cercare di vincere. La performance è molto importante e Julie ha capito subito che con la sua arte stava creando qualcosa di straordinario senza però penalizzare il team che dovrà gareggiare a Le Mans".
    E ha confessato che "Julie Merhetu non conosceva le corse e noi l'abbiamo invitata alla 24 ore di Daytona e da lì è iniziata la storia". E dalla sua nuova passione sono nati "anche i disegni delle tute e dei caschi dei piloti". 

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