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Buoni propositi dopo il rientro, imparare l'inglese. A settembre boom iscrizioni

Buoni propositi dopo il rientro, imparare l'inglese. A settembre boom iscrizioni

Per il back to work tra obiettivi personale e ragioni lavorative

30 agosto 2018, 17:13

Redazione ANSA

ANSACheck

corsi d 'inglese foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

corsi d 'inglese foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
corsi d 'inglese foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si torna alla routine lavorativa e scolastica e si stila la lista dei buoni propositi per la nuova stagione e, ancora una volta, studiare inglese risulta uno dei più quotati. Non è strano che settembre sia dei mesi dell’anno quello con la domanda più alta di corsi d’inglese. Come si evince da un recente studio realizzato da ABA English, realizzato in estate 2018 tra 7.000 alunni in Brasile, Spagna, Francia, Italia e Messico,  l’81% degli italiani studia inglese dopo l’estate.

Imparare l’inglese dopo l’estate è una consuetudine degli italiani. Quali sono i motivi per studiare la lingua di Shakespeare?
Variano considerevolmente in funzione del gruppo d’età. Secondo lo studio in questione, il 50% dei millennial e degli appartenenti alla generazione X studia inglese per ragioni lavorative. L’inglese è sempre più necessario per avere successo e conseguire migliori opportunità professionali per questi due gruppi di persone. Successivamente troviamo altre motivazioni come l’obiettivo personale (34%), più in basso in classifica, i viaggi (14%) e infine comunicare con amici e familiari (2%).

Al contrario, nel caso dei baby boomers la principale motivazione è data dall’obiettivo personale (44%), seguito dal lavoro (25%) e dai viaggi (24%). In coda alle motivazioni troviamo il comunicare con amici e familiari (5%) e le ragioni legate allo studio (2%).

L’inglese, un requisito lavorativo fondamentale
Il mondo del lavoro sta diventando sempre più esigente a causa della forte concorrenza. Il dominio dell’inglese si è trasformato in un requisito fondamentale nelle offerte di lavoro. Oggigiorno solo l’11% degli italiani afferma di possedere un livello d’inglese advanced. Il resto, l’89%, considera il proprio livello intermedio o più basso. In questo aspetto, la differenza tra generazioni è minima.

Questo scarso livello d’inglese si traduce in un impatto diretto nelle scelte lavorative degli italiani, tra l’uno e i due terzi degli intervistati ritengono di aver perso l’opportunità di una promozione lavorativa. Questa tendenza è opposta nelle generazioni: il 57% dei millennials e generazione X dichiara di aver perso delle offerte di lavoro a causa dell’inglese. Mentre il 66% dei baby boomers afferma di non aver sperimentato una perdita di opportunità lavorative a causa del suo inglese. Se nel passato la lingua non era un elemento così determinante, questo divario tra gruppi d’età conferma la necessità, attuale e futura, di poter contare con un buon dominio dell’inglese per poter crescere nel campo lavorativo.
Inoltre, la maggior parte della popolazione italiana concorda sui vantaggi professionali che scaturiscono dal possedere un buon livello d’inglese; il 94% dei partecipanti al sondaggio sostiene che le persone con un livello d’inglese più alto possiedono migliori condizioni lavorative – posto di lavoro o salario -.

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