Guardare appena sette minuti di
'beauty content', o contenuto di bellezza, in una sessione su
TikTok e Instagram è sufficiente perché delle persone giovani
provino in misura significativa 'body shame' - vergogna e ansia
per il proprio aspetto. Lo indica una ricerca della Griffith
University in Australia, sugli impatti dei video
'immagino-centrici' sulle utenti. Lo studio guidato da Veya
Seekis della scuola di psicologia applicata dell'università
stessa, specializzata in influenze socio-culturali sull'immagine
del corpo sui giovani, si è concentrato su oltre 100 donne di
età fra 17 e 25 anni, divise in tre gruppi. Un gruppo ha
guardato contenuti di bellezza, un altro ha guardato video di
'autocompassione' e il terzo video su viaggi. Sono stati
esaminati anche gli effetti dei video di autocompassione, in cui
le persone utenti parlano anche positivamente del proprio
aspetto fisico. "Abbiamo osservato che solo guardando per pochi
minuti qualcosa di positivo, qualcosa che riafferma: 'va bene
così, dovresti accettarti come sei', può veramente aiutare a
neutralizzare i contenuti più tossici", scrive Seekis nella
ricerca che sarà pubblicata quest'anno. "Sono i 'beauty video'
quelli che fanno scattare i problemi", aggiunge. La ricerca è
concentrata su Instagram e TikTok. "Sono così consumabili e sono
diventati parte delle routine quotidiana", scrive ancora la
studiosa. "Il problema con TikTok è che sono video di appena un
minuto, se ne possono guardare diversi in breve tempo. I giovani
hanno accesso a tutto il loro contenuto nel palmo della mano,
possono farlo in qualunque momento del giorno e per quanto tempo
vogliono", aggiunge. "L'imbarazzo per il proprio aspetto e
l'ansia sono sintomi di disturbi alimentari, e anche se vi sono
altri fattori ambientali, è certo che i social media sono il
fattore principale" ", Circa un milione di australiani
vivono con disturbi alimentari, considerati una malattia mentale
complessa, e "si è registrato un balzo nel numero di persone
giovani che hanno aiuto per la preoccupazione sulla propria
immagine corporea e per disturbi alimentari durante la pandemia
negli ultimi due anni, quando la maggior parte della popolazione
ha subito un qualche livello di isolamento", scrive ancora la
studiosa.
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