E’ una storia che deve per forza finire bene quella di Francesca Fornario e del suo bambino perché è una storia d’amore. Francesca, giornalista affermata, in carriera, giovane e single, un giorno incontra un bambino di 9 anni, che chiameremo Davide, e se ne ‘innamora’. Dopo tre anni vissuti insieme ogni volta che hanno potuto, lui in Italia d’estate per i programmi del dopo Cernobyl, lei in Ucraina dove Davide vive dall’età di 5 anni in un istituto, Francesca ha chiesto al tribunale per i minorenni di poter adottare Davide, anche se Francesca non ha un marito. La legge italiana sulle adozioni glielo consente.
‘’Tutti mi dicono – racconta Francesca all’ANSA – sei stata generosa, sei coraggiosa, ma non è così perchè quando ci si innamora si fa qualsiasi cosa’’. Quando nel dicembre 2015 Francesca accoglie l’offerta di un’associazione milanese che porta in Italia i bambini degli istituti dell’Est per farli vivere qualche tempo in famiglia voleva fare solo una buona azione, ‘’non pensavo certo di guadagnarmi un figlio’ ’racconta. Ma Davide arriva e la sceglie. Senza parlare una parola di italiano, né di inglese le fa capire che vuole restare con lei.
‘’Al giudice che il 20 marzo scorso mi ha ascoltato dopo aver preso in esame la mia domanda di adozione speciale, quella consentita anche ai single come riconoscimento di un rapporto preesistente – dice Francesca – ho raccontato che sono diventata mamma all’improvviso così come Davide è diventato figlio all’improvviso. Quando me lo sono trovato davanti non ho pensato ad un bambino ma ad un alieno. Gli adulti che lo hanno cresciuto gli hanno sempre raccontato balle e fatto del male. Dunque lui non si fidava dei grandi, era come smontato. Rideva quando c'era da piangere, piangeva quando c'era da ridere, non aveva espressioni ma solo smorfie scomposte che non sapeva a quali emozioni dovessero corrispondere. Bisognava rimontarlo, ma velocemente i pezzi sono andati a posto’’.
Certo l’infanzia di Davide lo ha segnato, i suoi genitori non lo hanno mai mandato a scuola, ha dunque molto tempo da recuperare ma Francesca non è preoccupata :’’confido che mio figlio appartenga alla fortunata schiera di quelli che sono lieti di non corrispondere alle aspettative, lieti di sapere fare le cose così così, più felici di farne dieci male piuttosto che una bene, lieti della loro imperfezione, a proprio agio con i propri limiti, a proprio agio con i propri eccessi, a proprio agio con le critiche di quanti lo vorranno diverso’’.
‘’ Non voglio insegnare a Davide a superare tutti i suoi limiti, tutte le sue paure – aggiunge - Non avere paura di un mondo come il nostro è spaventoso! Chi ha un po' di testa e cuore ha paura ogni giorno e sa che la paura si supera tenendosi stretti. Il suo urlare talvolta nel sonno è in fondo la reazione più appropriata, la reazione che qualunque persona sana di mente dovrebbe avere ogni notte al cospetto delle cose che accadono. Non posso estirpare questo suo dolore ma posso insegnargli a tirare fuori la testa come gli ho insegnato a fare quando, in un giorno, ha imparato a stare a galla al mare’’. ‘’La giudice che tornerà ad incontrarci a giugno, sia me che il bambino - conclude Francesca - è stata premurosa, attenta, cordiale. Ha verbalizzato tutto: ‘Non siamo al mondo per essere performanti, siamo al mondo per essere gentili...’. Ci rivedremo quando Davide arriverà in Italia per trascorrere con me i tre mesi estivi, confido che a settembre avremo il decreto di idoneità all'adozione anche senza un papà, perché come si diventa genitori con un figlio così si diventa figli con un genitore’’.
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