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Oscar: tutti gli attori in nomination, Joaquin Phoenix è il favorito

Oscar: tutti gli attori in nomination, Joaquin Phoenix è il favorito

Gli sfidanti del 9 febbraio: Driver, Pryce, Banderas e DiCaprio

04 febbraio 2020, 08:44

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

Press Room - 26th Screen Actors Guild Awards: Joaquin Phoenix © ANSA/EPA

Press Room - 26th Screen Actors Guild Awards: Joaquin Phoenix © ANSA/EPA
Press Room - 26th Screen Actors Guild Awards: Joaquin Phoenix © ANSA/EPA

La sua performance nei panni dell'uomo/ 'clown' annientato emotivamente, emarginato socialmente, travolto dalla sua stessa violenza, in Joker di Todd Phillips, dovrebbe portare a Joaquin Phoenix, viste anche le vittorie ai Golden Globe, ai Sag Awards e ai Bafta, il primo meritatissimo Oscar come miglior attore protagonista. E sarebbe la seconda volta che il personaggio di Joker porta al suo interprete un Acadey Award: era già andato postumo nel 2009, come non protagonista a Heath Ledger, per Il cavaliere Oscuro.
Non mancano comunque nella cinquina degli Oscar, che verranno consegnati il 9 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles, gli avversari pericolosi, a cominciare da Adam Driver, regista, padre, e marito in crisi, in Storia di un matrimonio di Noah Baumbach; Antonio Banderas, alter ego di Pedro Almodovar in Dolore e gloria; Jonathan Pryce, nei panni del Cardinal Bergoglio/Papa Francesco, a confronto con Papa Ratzinger (Anthony Hopkins, candidato fra i non protagonisti) in I due papi di Fernando Meirelles e Leonardo DiCaprio, attore appena popolare e già in caduta libera in C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino.

- Leggi anche Oscar: tutte le attrici in nomination, Renee Zellweger favorita per la statuetta

Imprevedibile, camaleontico, inquieto, ribelle, allergico ai rituali dello showbiz, impegnato a livello sociale: Joaquin Phoenix, 45 anni, ha conosciuto sin da giovanissimo le ombre di Hollywood, anche per essere stato testimone a 19 anni, nel 1993, della morte per overdose del fratello maggiore River. Agli Oscar per lui è la quarta nomination, dopo quella come non protagonista nel 2001 per l'imperatore Commodo in Il gladiatore; e le due da protagonista, nel 2005 per il mito del country Johnny Cash in Quando l'amore brucia l'anima; e nel 2013, per il veterano di guerra alcolizzato di The master. Alle polemiche scoppiate per la violenza del suo Joker l'attore ha risposto spiegando che "la maggior parte di noi sa distinguere la differenza tra giusto e sbagliato. E quelli che non sono capaci di farlo, possono stravolgere il senso di qualunque cosa”.
L'ostacolo più pericoloso sulla via di Phoenix potrebbe essere Adam Driver, qui alla seconda nomination (la prima da attore protagonista), con Storia di un matrimonio di Noah Baumbach, dopo quella come non protagonista nel 2019 per BlacKkKlansman di Spike Lee. Nel dramma famigliare, Driver e Scarlett Johansson (in gara fra le attrici protagoniste) mettono in scena, attraverso la lente della fiction, un pezzo di vita di Baumbach: il doloroso divorzio da Jennifer Jason Leigh. "Ogni scena era più difficile dell'altra -ha spiegato Driver - Le sentivi tutte pressanti e necessarie”. Una prova d'attore intensa e dolente, per il californiano, ex marine, in una stagione per lui già florida, da Star Wars- L'ascesa di Skywalker al dramma politico The report.
L'identificazione tra regista e attore è al centro anche di Dolore e gloria (in gara per la statuetta come miglior film internazionale) che porta a Antonio Banderas la sua prima nomination agli Oscar. Era destino che l'attore spagnolo di casa anche a Hollywood, la ottenesse con il film più autobiografico di Pedro Almodovar, il cineasta che ha lanciato la sua carriera. Già premiato come migliore attore per Dolore e gloria, l'anno scorso a Cannes, l'interprete di Zorro torna sotto i riflettori tre anni da uno dei momenti più difficili della sua vita, l'infarto per cui ha subito un'operazione al cuore. Un periodo che gli ha provocato uno sconvolgimento emotivo a cui Banderas ha attinto per il suo personaggio, il regista Salvador Mallo: "Non mi sembrava di recitare il ruolo - ha detto - ma di viverlo”.
Talentuoso e versatile quanto riservato: Jonathan Pryce, classe 1947, arriva alla sua prima nomination all'Oscar da 72enne, grazie al suo ritratto denso di umanità di Jorge Bergoglio in I due Papi di Fernando Meirelles. Un traguardo dopo oltre 40 anni di cinema alternato al teatro ( con due Tony vinti) e più di 60 film all'attivo. Un percorso tra gemme d'autore, come Brazil di Terry Gilliam o Carrington di Christopher Hampton, con cui vince il premio come miglior attore nel 1995 a Cannes e blockbuster, da I pirati dei Caraibi a G.I Joe. Popolare anche fra i giovani grazie al ruolo di High Sparrow in Il Trono di spade, Pryce, ha considerato un onore interpretare Bergoglio: “MI piace quello che dice non solo sulla Chiesa ma sulla società, su come dovremo vivere superando gli egoismi”.
Completa la cinquina Leonardo DiCaprio, l'unico fra i candidati ad aver già vinto l'Oscar arrivatogli nel 2016 per The revenant. La sesta candidatura (cinque come interprete, una come produttore) la conquista con C'era una volta a... Hollywood di Tarantino , nei panni dell'attore anno 60 sul viale del tramonto Rick Dalton,. Un personaggio preparato vedendo decine di serie e B Movie di quegli anni, e ispirandosi a figure un po' dimenticate come Ralph Meeker. "Dalton è pieno di insicurezze e c'è un po' di lui in tutti noi – ha detto DiCaprio a Entertainment Weekly -. Non c'è un attore che non possa identificarsi in quell'aspetto”.

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