Il dilemma di Barbie: tacchi a spillo o Birkenstock? La bambola da 64 anni più amata e odiata dalle ragazzine viene messa davanti a questo interrogativo dovendo affrontare il mondo reale nel nuovo film diretto da Greta Gerwig che arriverà nelle sale il prossimo 21 luglio. Un nuovo trailer offre intriganti spunti sulla trama: a porre alla Barbie interpretata da Margot Robbie l'alternativa dei sandali modello Arizona finora impensabile a Barbieland è una Weird Barbie dai capelli spettinati e dal volto dipinto a cui Kate McKinnon presta il caustico spirito tante volte dimostrato a Saturday Night Live. "Puoi tornare alla tua vita perfetta o scoprire la verità sull'universo", dice a Barbie Weird Barbie, che ha già conosciuto il mondo reale, con fare da oracolo. La scelta tra i tacchi a spillo rosa e i Birken sono l'equivalente nel film della Gerwig delle pillole blu e rosse di Matrix. Tutto questo succede perché le cose a Barbieland per Barbie hanno preso una piega strana: incubi notturni, docce fredde.
Anziché scendere galleggiando nell'aria dal tetto della Barbie House, Barbie precipita sulla decappotabile rosa confetto. E i piedi: non più preternaturalmente arcuati per entrare nelle iconiche scarpe col tacco, ma ora sono piatti: "Hai mai pensato di morire" chiede la Margot/Barbie durante una delle feste perfette di Barbieland lasciando orripilate le altre bambole. Ed ecco dunque la scelta di uscire, con Ken (Ryan Gosling) al seguito, in un mondo assai meno perfetto di quello di plastica a cui è abituata. Sulla spiaggia di Venice Barbie si cimenta coi rollerblades e prende a cazzotti un uomo che ha allungato le mani a Venice Beach. Viene arrestata e fotografata al commissariato, mentre gente dal mondo reale (America Ferrera) resta a bocca aperta perché una Barbie in carne ed ossa passeggia per le strade di Los Angeles. Il Ceo della Mattel (Will Ferrell) è fuori di sé e minaccia ogni misura per "rimettere quella Barbie nella scatola", ma intanto Ken entra in un ospedale determinato a fare intervento chirurgici di emergenza. Insomma una kermesse demenziale di cui ancora è difficile fare senso. In un'intervista a Vogue postata questa settimana la Gerwig, che ha scritto il film con il partner Noah Baumbach, si è limitata a dire che il suo film è ispirato a produzioni della Vecchia Hollywood, come The Red Shoes del 1948 diretto da Michael Powell e Emeric Pressburger o il musical del 1964 Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy: "Hanno entrambi un alto livello di autentica artificialità", ha detto la regista di Piccole Donne: "La tangibilità dell'artificio è qualcosa a cui abbiamo fatto ricorso continuamente".
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