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Angela Missoni, mio padre Ottavio? Un personaggio da film

Angela Missoni, mio padre Ottavio? Un personaggio da film

Nel centenario nascita il ricordo di un 'libro mastro saggezza'

MILANO, 10 febbraio 2021, 17:19

di Gioia Giudici

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non capita spesso di avere come padre "un pezzo d'Italia, un libro mastro di saggezza di vita": Angela Missoni lo sa ed è felice che suo padre Ottavio, mancato nel 2013, "venga ricordato con grande affetto e stima" nel centenario della sua nascita, avvenuta l'11 febbraio del 1921 a Ragusa di Dalmazia, oggi Dubrovnik. Atleta, stilista, artista, Ottavio detto Tai è stato anche sindaco del "Libero Comune di Zara in Esilio". "Oggi è il giorno del ricordo e mio padre era un esule - spiega Angela - non è mai stato un revanscista, ma un pacificatore, voleva che la storia fosse conosciuta e ricordata come monito per le nuove generazioni. Oggi finalmente va meglio, ma c'è ancora una medaglia al valore civile al gonfalone del Comune di Zara che giace in qualche cassetto. Mio padre l'avrebbe dovuta ritirare, ma c'erano troppi dissidi politici per farlo". Lui, che a 20 anni aveva lasciato la sua città per andare soldato ed era stato fatto prigioniero a El Alamein, e che dopo 4 anni di prigionia non aveva più una casa cui far ritorno, "non ci ha mai fatto pesare nulla, ci diceva che in prigionia era stato benissimo perché si era potuto dedicare ai suoi hobby preferiti, leggere e dormire". Tornato in Italia, Missoni aveva ripreso ad allenarsi ed era riuscito a partecipare alle Olimpiadi del 1948. "Mi diceva sempre - ricorda Angela - 'se hai la soluzione perché ti preoccupi? e se non ce l'hai perché ti preoccupi?'".
"Siamo stati fortunati - confida - ad averlo così a lungo, era un uomo speciale che ci ha cresciuti nella libertà e con un grande supporto. Con mia madre avevo più confidenza, ma nei momenti difficili andavo da lui. Quando aspettavo il mio terzo figlio gli ho detto che non volevo più lavorare in azienda perché volevo creare abiti per bambini e lui mi ha detto che l'azienda era l'ombrello sotto cui sviluppare i miei progetti". Tra i tanti doni, anche la scelta di far crescere attività e famiglia a Sumirago, nel Varesotto: "all'epoca gli dicevano tutti che era da pazzi vivere in provincia, che quelli erano posti da weekend, ma lui è sempre stato molto libero e indipendente e oggi viviamo ancora tutti qui, a pochi minuti di distanza uno dall'altro". "Papà - prosegue Angela, che firma le collezioni della maison di famiglia - ci ha lasciato questo stile di vita, questo modo di apprezzarla, grazie alla complicità di mia madre, perché senza di lei avrebbe fatto altro. Lui non sopportava troppo le responsabilità e ogni volta che arrivavano nuove proposte le diceva 'Rosita, ma perché vuoi lavorare di più? Tanto anche se guadagnassimo più soldi non avremmo tempo per spenderli". Serviva tempo per l'arte, come quella raccolta nella sala degli Arazzi al museo Maga di Gallarate, e per gli amici, da Bocca e Biagi a Fellini e Walter Chiari, ma anche quelli di infanzia, con cui trascorreva le vacanze. "Ha fatto addirittura far pace a Biagi e Bocca, era amico di tutti e due e li ha messi a tavola insieme, per dire - racconta ancora la figlia - lo spessore. E poi era di un fascino pazzesco. Per strada si giravano a guardarlo e io ero orgogliosissima. Figli e nipoti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e viverlo, ora vorrei recuperare i filmati d'archivio per i nipoti" ma chissà, magari anche per un film su questa vita così straordinaria: "non manca proprio niente, mio padre - conclude Angela - è davvero il personaggio di un film". Non a caso il suo amico Fulvio Scaparro lo ricorda così: "Tai il fuoco lo ha avuto nelle vene per tutta la vita e con gli alti e bassi di ogni avventura ha dimostrato di possedere tutte le qualità che i giovani vorrebbero vedere negli adulti: coerenza tra il dire e il fare, coraggio, forza fisica, libertà di pensiero e di parola, capacità di risollevarsi dopo ogni sventura, curiosità, allegria, senso dell'umorismo, generosità non esibita per chi ha bisogno, amore per l'arte e la natura, culto della convivialità con amici veri non vanitosi e non fanatici, amore per la vita - conclude lo psicanalista - in ogni sua forma".

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