E' stata ultimata quest'estate a
Cantiano, il paese natale dello stilista, flagellato
dall'alluvione pochi giorni fa, la collezione Yezael per la
prossima estate di Angelo Cruciani, andata in scena al Mercato
Centrale di Milano nella sfilata che si candida come la più
inclusiva della fashion week.
Inclusiva a partire dal cast, con 36 persone vere selezionate
con due giorni di casting, lo scorso luglio, mischiate in
passerella con i modelli senza distinguo di sorta. "La cosa più
difficile - racconta Cruciani, che è anche artista e art
director del Pride Milano - è stata convincerli che erano belli
così com'erano, perché non si sentivano all'altezza, e non è
giusto". Se nel mondo della moda "tutti parlano di inclusività e
poi la risolvono facendo sfilare una modella nera e una curvy",
Angelo invece ha fatto una scelta radicale: "un casting aperto a
tutti, pubblicizzato ovunque", da cui sono state selezionate 36
persone, dai 14 mesi agli 80 anni, dalla mamma che vuole
dimostrare che la maternità non è la fine della femminilità al
presentatore tv che non crede che la terza età sia per forza
quella della pensione. Insieme a loro ragazze con l'acne,
ragazzi con la pancetta, uomini bassi e trans, le categorie
solitamente escluse dalle luci di un fashion show, per una volta
portate alla ribalta. " Potendo avrei fatto una sfilata con 400
persone" chiosa Angelo, per il quale "è importante tornare a
innamorarsi dell'umanità". Lui lo ha fatto portando in
passerella "quelli che si sentono esclusi", i suoi 'contemporary
angels' grazie ai quali tutti possano pensare "se ce l'ha fatta
lui ce la posso fare anche io".
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