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Uomini, basta barbuti, si torna con i baffi

Uomini, basta barbuti, si torna con i baffi

Li ostenta Brad Pitt post-Angelina ed è subito moda. Ecco una 'baffology' in 40 forme

19 gennaio 2017, 13:45

Redazione ANSA

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Brad Pitt alla prima di Allied. Da Imdb Photo by Pascal Le Segretain - © 2016 Getty Images - Image courtesy gettyimages.com - RIPRODUZIONE RISERVATA

Brad Pitt alla prima di Allied. Da Imdb Photo by Pascal Le Segretain - © 2016 Getty Images - Image courtesy gettyimages.com - RIPRODUZIONE RISERVATA
Brad Pitt alla prima di Allied. Da Imdb Photo by Pascal Le Segretain - © 2016 Getty Images - Image courtesy gettyimages.com - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Agnese Ferrara) Uomini: baffi in primo piano. Li mostra Brad Pitt post-Angelina ai GoldenGlobes ed è subito ovazione. E li provano sempre più spesso Matt Damon, George Clooney e Jude Law. Spesso ai baffi si abbinano barbe leggere appena accennate.  La moda hipster con barbona da motociclista è giunta al tramonto e sono i baffi il nuovo accessorio maschile più versatile, trasformista e ad alto tasso di fascino e virilità, ma che siano curati e le rasature fatte a regola d'arte. Il baffo vivrà una stagione da protagonista, lo abbiamo visto sulle passarelle della moda maschile per la prossima primavera, abbinato a visi puliti e capelli ben pettinati e presto il sesso forte se ne sarà perdutamente innamorato. Idem, pare, le donne che in passato li ritenevano invece poco affidabili.

La barba ha fatto il suo corso ed è concessa solo se di corredo ai baffi. Da quelli prepuberali (appena accennati, alla Prince), a quelli da sparviero ( fra tutti il tipo ‘italians’ portati dai nostri emigrati del ‘900 che si sono conquistati la fama di ‘sciupafemmine’ nel mondo) fino ai baffoni espliciti ad alto tasso di virilità (come quelli folti ‘porno-vintage’ alla John Holmes).
“Senza baffi un uomo non è vestito correttamente” dichiarò Salvator Dalì, fedele ai suoi mostacchi opera d’arte che curava in modo maniacale per farli crescere a mo’ di stalagmiti del tutto simmetriche e che salgono molto oltre il naso e le labbra sfidando la forza di gravità grazie a cere e gel. L’affermazione del celebre artista spagnolo è l’incipit del nuovo, originale, curioso e divertente manualetto ‘Baffology’ (edito da 24 Ore Cultura s.r.l.) che sdogana i baffi e li ripropone in 40 stili diversi. Le tipologie sono abbinate a 40 tutorial che, passo dopo passo, svelano come realizzarli con l’aiuto di forbici, rasoi e lamette a mano o elettrici, cere e gelatine. Il libro inoltre associa non solo il tasso di difficoltà nel realizzarli ma anche il tasso di originalità, e i punteggi di fascino e virilità.

Si sorride infatti leggendo dei baffi ‘ad abat-jour’ (tipo moquette trapezoidale adatto solo a chi ha peluria folta e color carbone) di Peter Sellers, e di quelli a ‘baguette’ (perfetti abbinati ad un basco) di Alain Delon che sono corredati di punteggi su virilità e fascino molto diversi fra loro. Ai primi il manuale dà massimo dei punteggi in quanto a virilità, ai secondi il massimo del fascino (poco virili i baffi sottili di Alain Delon). Pari ai baffi ad abat-jour in quanto a virilità ci sono quelli da ‘camionista’ (foltissimi e a ferro di cavallo aperto) ma il libro li consiglia solo se da abbinare a bicipiti sviluppati e allenati a suonare il clacsono di un tir, altrimenti meglio lasciare perdere. Fra le 40 tipologie, si aggiudicano il massimo del punteggio ‘fascinosi’ anche quelli ‘chevron’, alla Tom Selleck nei panni di Thomas Magnum e poi trasformati da Freddy Mercury in un riconoscibilissimo accessorio gay. Molto virili quelli a ‘doppia V’, del cantante britannico Lemmy Kilmister ma, seppure meno folti, ben portati anche del nostrano vicequestore Rocco Schiavone, interpretato in tv da Marco Giallini.

I baffi hanno oltre 2.000 anni di storia, si legge nel manuale, e la prima testimonianza storica è un ritratto del 300 a.C. di un cavaliere sciita completamente rasato a parte un bel paio di baffi che gli danno un aspetto macho e misterioso.
Ma la svolta c’è stata nel diciottesimo secolo con la commercializzazione su larga scala di pennelli e saponi da barba. Nel 1949 nasce invece la schiuma da barba spray e la rasatura diventa veloce e pratica e coltivare i baffi diventa alla portata di tutti. Il fatto è che l’uomo, dalla comparsa dei primi peli che spuntano sulle labbra quando si affaccia all’adolescenza, fa i conti con la peluria ogni giorno e così inizia a coltivarli, curarli, educarli, valorizzarli fino a farli diventare dei baffi da vero uomo, se disegnati con stile.

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