/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Da fortino di camorra a luogo d'arte

Da fortino di camorra a luogo d'arte

Racconto e metafora del riscatto di Casal di Principe

NAPOLI, 30 aprile 2015, 10:46

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Sarà sottoposta ad una un vero e proprio maquillage il bene confiscato alla camorra e intitolato a don Peppe Diana che ospiterà dal 21 giugno al 21 ottobre prossimi la mostra "La luce vince l'ombra - gli Uffizi a Casal di Principe".
    Una trasformazione sia esteriore che interiore, quasi una metafora della rinascita di Casal di Principe, che renderà la villa una volta appartenuta alla camorra irriconoscibile ai cittadini casalesi.
    All'esterno le facciate saranno "mascherate" da un'impalcatura coperta con reti di canapa; le stesse reti verranno apposte anche sui muri di cinta. Giochi di luci renderanno l'atmosfera colorata e magica. All'interno gli architetti-progettisti Raffaele Semonella, Costantino e Giuseppe Diana, trasformeranno le stanze, sicuramente più adatte ad ospitare uffici, in locali tipici di una galleria d'arte, con grandi spazi che accoglieranno le opere. "Il nostro obiettivo - spiega Alessandro De Lisi - è di far in modo che i visitatori non si accorgano di ciò che c'era prima che le istituzione si riappropriassero del bene. La casa di don Diana sarà un museo ed è la prima volta in Italia che ciò accade in un bene confiscato; ma la trasformazione che subirà riguarderà l'interno quartiere in cui sorge, dal momento che nelle vicinanze ci sono altri beni confiscati. Il mio sogno è il ripristino del quartiere della fiducia".
    A garantire la sicurezza delle opere sarà un presidio fisso di guardie armate private. Quando il 21 ottobre caleranno le luci sulla mostra le reti di canapa andranno via e l'impalcatura servirà per ristrutturare le facciate.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza