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'Preoccupati per centro unico trapianti', sos a Mattarella

'Preoccupati per centro unico trapianti', sos a Mattarella

Azienda dei Colli, missiva rappresentanti trapiantati

NAPOLI, 22 maggio 2024, 14:05

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Preoccupati per il futuro del centro unico trapianti, scrivono al Presidente della Repubblica.
    A Sergio Mattarella i rappresentanti del comitato genitori bambini trapiantati e trapiantati adulti illustrano le loro preoccupazioni rispetto alla struttura ospitata presso l'Azienda dei Colli. Spiegando nella missiva di essere interessati "solo al buon funzionamento del centro, perché per noi è un'esclusiva questione di sopravvivenza".
    Nella lettera inviata a Mattarella si scrive che "a febbraio è stato adottato un atto dall'Azienda dei Colli di Napoli (presso il quale è allocato l'unico centro trapianti di cuore del Sud peninsulare) che cancella i reparti trapianti previsti nell'autorizzazione regionale e inaugurati ad aprile 2019. Noi utenti siamo completamente all'oscuro di quali siano i luoghi, i percorsi ed i professionisti che si occuperanno di noi malati e dei nostri cari. Addirittura ci è stato risposto che sono aspetti che sono regolamentati con note interne: parliamo di un livello essenziale di assistenza".
    A riferire della vicenda è Giuseppe Esposito, paziente del centro trapianti di cuore che, insieme ad altri pazienti del comitato, si è rivolto al deputato Francesco Borrelli. Al parlamentare è giunta una risposta della dg Anna Iervolino che però, si sottolinea, "non sembra rassicurare i componenti del comitato perché riferisce collegamenti tra organizzazione del centro e questioni legate a carrierismi di medici".
    I pazienti del centro trapianti di cuore della Campania "sono vessati dai problemi organizzativi e dalla mancata attuazione di atti e protocolli ufficiali che garantirebbero la loro sicurezza. Per questo la nostra preoccupazione aumenta". Ma il loro sos a Mattarella non è nel merito della vicenda sanitaria, riguarda "l'atteggiamento delle istituzioni cui si sono rivolti".
    Il Capo dello Stato è chiamato in causa "in qualità di garante dell'assetto democratico istituzionale" perché, dichiara Nino Savino, padre di una bambina trapiantata," le istituzioni dovrebbero garantire i cittadini che segnalano educatamente, con i documenti, con civiltà le criticità e invece ci trattano come fantasmi e addirittura dicono che non sono fatti nostri, la costituzione però dice altro".
   

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