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Lavoratori e sindacalisti Jabil uniti, 'resti a Marcianise'

Lavoratori e sindacalisti Jabil uniti, 'resti a Marcianise'

Assemblea fuori ai cancelli, verso mobilitazione ad oltranza

CASERTA, 03 maggio 2024, 14:24

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"La Jabil deve restare a Marcianise": è questa la posizione emersa durante l'assemblea tenuta all'esterno dei cancelli dello stabilimento casertano della multinazionale Usa da sindacalisti e lavoratori, scesi in sciopero ieri e oggi come reazione alla decisione dell'azienda di lasciare il sito produttivo di Marcianise e l'Italia; una decisione che i vertici europei dell'azienda dell'elettronica hanno formalizzato mercoledì 30 aprile nella riunione tenuta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
    Dall'assemblea è arrivato anche un "no" netto alle ipotesi di ricollocazione dei lavoratori in altre aziende, visto il fallimento delle reindustrializzazioni che hanno coinvolto negli ultimi anni grande parte dei 300 dipendenti già fuoriusciti da Jabil; tutti addetti finiti in aziende come Softlab o Orefice, e attualmente in cassa integrazione con stipendi arretrati (i circa 200 di Softlab) o addirittura senza lavoro (i 23 di Orefice). E andando un pochino indietro nel tempo, dal 2015 sono quasi 500 i lavoratori fuoriusciti da Jabil tra licenziamenti e ricollocazioni.
    Eppure all'orizzonte l'unica strada percorribile per salvare il posto di lavoro agli attuali 420 addetti di Jabil, sembra essere proprio quella della ricollocazione, sebbene in un nuovo soggetto societario che dovrebbe avere un socio privato ma soprattutto uno pubblico, circostanza che potrebbe costituire un'ulteriore garanzia per i lavoratori; al Ministero hanno paventato l'ingresso di Invitalia, braccio operativo del Ministero dell'Economia e delle Finanze, come socio nella nuova società che dovrebbe riassumere i Jabil. Ma per ora nessuno tra lavoratori e sindacalisti vuol sentir parlare di "disimpegno" di Jabil da Marcianise. Pino Scala, segretario Fim-Cisl Caserta, afferma che vanno sensibilizzati il Governo e i politici locali e nazionali sul "progetto della Silicon Box, azienda di Singapore che vuole investire in Italia 3,2 miliardi per la produzione di microchip. Jabil, tra i leader mondiali dell'elettronica, ha strutture e competenze a Marcianise per partecipare attivamente a tale progetto produttivo. Il Governo faccia politica industriale. Se Jabil, con 250mila addetti nel Mondo, lascia Marcianise, di quale imprenditori potremo fidarci più?"
   

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