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"Strumenti di pace", a Napoli il IX festival del giornalismo

"Strumenti di pace", a Napoli il IX festival del giornalismo

Al via lunedì, con il premio dedicato ai cronisti morti a Gaza

NAPOLI, 16 aprile 2024, 14:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Prevede anche il premio alla coraggiosa giornalista egiziano-palestinese Youmna El Sayed, corrispondente dalla Striscia di Gaza di Al Jazeera English, e l' "honoris causa" alla cronista "sotto scorta" Marilena Natale, la IX edizione di "Imbavagliati", il festival internazionale di Giornalismo Civile che si aprirà a Napoli i prossimo 22 aprile.
    Intitolato "Io ho visto - Strumenti di pace" la tre giorni si aprirà all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici con il "Premio Pimentel Fonseca", dedicato ai reporter assassinati nel corso dei bombardamenti nella striscia di Gaza.
    Centrale, quindi, sarà il tema della guerra, in particolare "la terza guerra mondiale a pezzi", come l'ha definita Papa Francesco: dall'Ucraina al Medio Oriente, fino alle "guerre dimenticate", come in Siria, Repubblica del Congo e Afghanistan.
    Il titolo scelto - spiega un comunicato - sottolinea il cambiamento che le nuove tecnologie hanno portato nella nostra capacità di essere testimoni diretti di eventi drammatici: grazie a internet, agli smartphone e ai social media, possiamo essere informati, quasi istantaneamente, su ciò che accade nel mondo e condividere le testimonianze dirette delle vittime e dei testimoni. Questo ha reso più difficile negare o ignorare i fatti, poiché le prove sono accessibili a tutti.
    "In questo senso - sottolinea Klain - siamo tutti 'Strumenti di pace', nella 'Globalizzazione dell'indifferenza', come lo sono anche i tanti artisti, operatori, manifestanti che subiscono censure, violenze, manganellate, semplicemente perché hanno chiesto un pacifico 'Fermate il fuoco'". L'immagine simbolo della IX edizione di Imbavagliati-Festival Internazionale di Giornalismo Civile (22-24 aprile, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli) è firmata dal fotoreporter palestinese Abed Zagout ed è quella di uno dei tanti funerali di giornalisti a Gaza, microfoni e telecamere sulle bare. Insieme con sua moglie e i 5 figli, dopo aver vissuto in tenda a Rafah, Abed Zagout oggi è esiliato in Egitto. Vincitore dell'Impact Awards 2023 e del Red Cross Photography Award (2008) non gli è rimasto nulla, durante i bombardamenti ha perso anche la sua attrezzatura fotografica, per ricomprarla è attiva una raccolta fondi. "Io ho visto - Strumenti di pace" è il tema scelto dal festival ideato da Désirée Klain, che ne è anche la direttrice artistica. E alla giornalista egiziano-palestinese Youmna ElSayed, corrispondente da Gaza di Al Jazeera English andrà in apertura (ore 17) il Premio Pimetel Fonseca, consegnato dall'inviata Rai Lucia Goracci e dedicato ai 109 reporter morti nella Striscia. Premio honoris causa invece per la giornalista campana sotto scorta Marilena Natale, con interventi di Massimiliano Marotta, Omar Suleiman, Jamal Qaddorah, Giuseppe Giulietti, coordinatore Articolo21. Di 'Guerre Dimenticate' parleranno la giornalista messicana Kena A. Megan, l'ucraina Zhanna Zukova, il console ucraino a Napoli Maksym Kovalenko, la presidente ivoriana della consulta immigrati e di Articolo21 Campania Fatou Diako, Enzo Nucci e Antonella Napoli, gli afghani Farzana Jadid, Najeeb Farzad, Barbara Schiavulli. 'Verità e giustizia' è l'omaggio a Mario Paciolla. Tra gli appuntamenti "Bavagli e manganelli" al quale parteciperanno anche Vincenzo Vita, Vittorio Di Trapani, Claudio Silvestri. II libro di Luciana Esposito "Francesco Pio. Per sempre diciotto anni" (Iod) sarà presentato da Enzo d'Errico e Giuseppe Giulietti. Chiuderanno i 'Racconti della Resistenza' con l'Anpi. Il festival, che per il Premio Pimentel ha il sostegno del Comune di Napoli, è realizzato da 'Periferie del Mondo - Periferia Immaginaria' in collaborazione con l'Istituto per gli studi filosofici, OdG, FNSI, SUGC, Amnesty International Italia. Per il 'cessate il fuoco in Medio Oriente' videoappello di Marisa Laurito. Nel logo del festival la Mehari di Giancarlo Siani, giornalista assassinato dalla camorra nel 1985.
   

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