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Al Teatro Instabile Napoli 'Enrico l'inquilino del IV piano'

Al Teatro Instabile Napoli 'Enrico l'inquilino del IV piano'

Di T. Russo e M. Brancaccio. Rifugio nella bellezza della musica

NAPOLI, 20 marzo 2024, 09:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Sarà il Teatro Instabile di Napoli a ospitare, sabato prossimo, 23 marzo, alle ore 20 (in replica domenica 24), il debutto di 'Enrico l'inquilino del IV piano', commedia musicale di Tato Russo e Mario Brancaccio, anche interprete in scena con Lello Giulivo, Simona Esposito, Rita Corrado, Miriam Della Corte, per la regia di Aurelio Gatti.
    Presentato da T.T.R. Il Teatro di Tato Russo, l'allestimento, che si avvale dei costumi a cura di Annamaria Ciaramella, è ambientato all'interno di un cortile di un palazzo partenopeo e si adatta alla conformazione naturale del Teatro Instabile Napoli.
    Enrico, si spiega in una nota di presentazione, "conduce una vita comune a tante altre, ha un lavoro, una famiglia ed una passione molto forte per la musica. Una notte, rientrando con amici e famiglia da una serata in maschera dedicata alla musica americana degli anni Cinquanta, cade sulle scale e batte violentemente il capo". L'uomo entra in uno stato di incoscienza per tre anni. Al risveglio è convinto di essere il celebre sassofonista Charlie Parker, scappa dall'ospedale in cui era confinato e fa perdere le sue tracce. Dopo quattro anni la figlia Rosa lo ritrova al quarto piano di uno stabile napoletano. La moglie Laura e Rosa si fanno accompagnare dallo psichiatra Pino Laurenti che le ha convinte ad adottare uno stratagemma per tentare di far tornare in sé Enrico. Ma Enrico, pur in una lucida coscienza di sé e dei fatti accaduti, pur denunciando che il suo non era stato un incidente fortuito, ma era stato spinto da qualcuno volontariamente, non riesce o non vuole ritornare quello di prima. Ma nessuno di loro è più lo stesso.
    Si sottolinea ancora: "La trama di Enrico l'inquilino del IV piano segue due tracce del capolavoro di Luigi Pirandello a cui si ispira: l'amore e la follia. Il testo evidenzia una caratteristica dell'uomo di oggi, la profonda solitudine. La vita è una lotta, un combattimento contro tutto e tutti quelli che ostacolano il nostro avvenire. Tutti sono potenziali nemici sulla strada dei nostri obiettivi". Enrico, si afferma, "è il prototipo di questa società che per caso, per un puro incidente o un mancato omicidio è dapprima costretto a cambiar vita. In seguito non riesce più a rientrare nella logica dentro la quale il mondo e la sua famiglia continuano a vivere e fugge trovando rifugio nell'arte. La musica diventa una necessità per compensare i dolori ed i limiti della sua esistenza".
   

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