Acquista con sua moglie all'asta
un immobile con licenza commerciale e dopo oltre venti anni,
tra carte bollate, sentenze, sospensioni, lungaggini
burocratiche, oggi lo stesso Stato gli impone di abbattere la
struttura all'interno della quale i suoi figli esercitavano da
anni una fiorente attività commerciale che hanno dovuto chiudere
licenziando una trentina di dipendenti.
Protagonisti della storia sono i coniugi Antonio Barbiero e
Lauretta Fazzone, entrambi ultrasessantenni, di Caiazzo
(Caserta) che da circa tre mesi si sono dovuti trasferire nella
vicina cittadina di Telese Terme (Benevento) dove, sempre con i
figli, hanno avviato una nuova attività
"A distanza di 40 anni dai primi titoli abilitativi rilasciati
al precedente proprietario dell'immobile per l'edificazione del
fabbricato nel 1979 - dice Barbiero - e di tutti i successivi
titoli per interventi vari mai contestati, anche per un errore
di valutazione della situazione e per superficialità o svista da
parte degli organi giudicanti, gli immobili che ho acquistato
dallo Stato all'asta sono stati definiti irregolari e destinati
all'abbattimento. Quindi lo Stato - continua Barbiero - ha
venduto all'asta dei beni tramite il Tribunale di Santa Maria
Capua Vetere dichiarandoli regolari ma la nuova proprietaria
(mia moglie, ndr), a distanza di venti anni e ad oltre 40 anni
dalla prima edificazione da parte del precedente proprietario si
ritrova un immobile che sempre lo Stato, tramite altri
Tribunali, ritiene irregolare". Barbiero oggi ha deciso di
reagire chiedendo "aiuto al governo e, in particolare, al
ministro Nordio, con la speranza di avere giustizia".
I coniugi Barbiero, assistiti dallo studio tecnico-legale di
Salvatore Fucci, presenteranno una richiesta di risarcimento
"perché - conclude Barbiero - oltre al danno economico abbiamo
subito umiliazioni e vessazioni essendoci fidati dello Stato".
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