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Scampati alla strage, vivi per Picasso

IL RACCONTO ALL'ARRIVO A CAPODICHINO

Scampati alla strage, vivi per Picasso

L'abbraccio con i parenti. "Esperienza terribile, ma torneremo"

NAPOLI, 18 agosto 2017, 13:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Sì, ci sentiamo dei sopravvissuti.
    E se siamo qui a parlarne il merito è di Picasso". Laura e Leopoldo, 20 anni lei, 22 lui, portano negli occhi i segni di chi ha dormito poco e sul volto la consapevolezza di chi l'ha scampata bella. I due turisti napoletani, tra i primi a rientrare in Italia dopo l'attentato di ieri sulla Rambla di Barcellona, hanno riabbracciato i propri cari oggi all'aeroporto napoletano di Capodichino dopo sei giorni di vacanza in Spagna.
    L'abbraccio simultaneo con mamma Sofia, che ieri ha vissuto ore di inferno per i suoi due figlioli, sancisce la fine dell'incubo. "Eravamo li' fino a poco tempo prima - racconta Laura - sulla rambla, anche perche' il nostro albergo era in zona Università, a due passi da Placa de Catalunya. Poi abbiamo deciso di andare al museo di Pablo Picasso che non eravamo ancora riusciti a visitare. Altrimenti saremmo rimasti li' e chissà come sarebbe andata a finire. In un certo senso lo dobbiamo a lui se ci è andata bene".
   

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