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Scoperta alga a metà strada tra mondo vegetale e animale

Scoperta alga a metà strada tra mondo vegetale e animale

Sintetizza le prostaglandine,possibile uso in campo farmaceutico

NAPOLI, 29 marzo 2017, 12:00

Redazione ANSA

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La stazione zoologica Anton Dohrn - RIPRODUZIONE RISERVATA

La stazione zoologica Anton Dohrn - RIPRODUZIONE RISERVATA
La stazione zoologica Anton Dohrn - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una particolare specie di diatomea, la "Skeletonema marinoi", alga marina unicellulare, è in grado di sintetizzare molecole che rappresentano elementi distintivi del mondo animale. A scoprire la natura a metà strada tra piante e animali di questi organismi, sono stati alcuni ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli: Adrianna Ianora, Ida Orefice, Alberto Amato coordinati da Valeria Di Dato e Giovanna Romano. Nello studio, pubblicato dalla rivista internazionale The Isme Journal (Multidisciplinary Journal of Microbial Ecology) del gruppo Nature, il gruppo di ricercatori ha dimostrato che la "Skeletonema marinoi", è in grado di sintetizzare le prostaglandine, molecole che nel mondo animale sono importanti mediatori chimici e nei mammiferi agiscono in modo simile agli ormoni intervenendo in molti processi fisiologici e patologici, quali quelli infiammatori.
    Fino ad ora, le prostaglandine erano state trovate, oltre che nei mammiferi, soltanto in alcune macroalghe e piccoli invertebrati marini, nei quali sembra che agiscano come molecole di difesa e di comunicazione. "Questa scoperta può avere un'applicabilità scientifica e biotecnologica nel campo della salute umana", spiegano le ricercatrici della Szn Valeria Di Dato e Giovanna Romano: "Le prostaglandine, usate per molteplici scopi in medicina, vengono sintetizzate, infatti, chimicamente grazie ad un processo molto dispendioso. Poiché la Skeletonema marinoi può essere facilmente coltivata in laboratorio in grandi biomasse, si potrebbe produrre un'elevata quantità di prostaglandine con notevole risparmio economico in un sistema altamente produttivo".
    Lo studio apre anche nuove prospettive sull'evoluzione e il ruolo di queste molecole nell'ambiente marino dove, agendo come mediatori nella comunicazione cellula-cellula, o nella difesa delle microalghe contro l'attacco di batteri, virus o predatori dello zooplancton, potrebbero influenzare le dinamiche delle differenti popolazioni di microorganismi che compongono il plancton e, in ultima analisi, garantire la sopravvivenza e il successo ecologico delle diatomee che le producono.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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