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Mamma bimba abusata, marcisca chi l'ha uccisa

Mamma bimba abusata, marcisca chi l'ha uccisa

Ho sempre detto colpevoli lui e mia vicina, voglio sapere perché

CAIVANO (NAPOLI), 29 aprile 2016, 19:39

Redazione ANSA

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Domenica Guardato - RIPRODUZIONE RISERVATA

Domenica Guardato - RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica Guardato - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Che sua figlia, a sei anni, non si fosse buttata giù dall'ottavo piano, Mimma ne è sempre stata convinta. "Amava la vita, l'amava troppo per fare una cosa del genere", dice. E anche di un'altra cosa è sempre stata convinta: "La mia Fortuna è stata uccisa e il mostro è sempre stato nel nostro palazzo". Dopo due anni da quel 24 giugno 2014, Domenica Guardato aveva ragione: Fortuna fu uccisa e ad ucciderla - per la Procura della Repubblica di Napoli Nord - fu chi viveva accanto a lei, il compagno di una vicina di casa.
    Si chiude così una storia che ha trasformato il Parco Verde di Caivano (Napoli), area già complicata per criminalità e spaccio, in un parco degli orrori. Ma per Mimma, oggi è quasi una sorta di inizio. "Sono contenta, certo, perché ho avuto giustizia", premette ma poi aggiunge: "Però voglio che quei due marciscano in carcere e voglio anche guardarli in faccia e capire perché, perché è stata uccisa una bambina che non meritava questa fine".
    "Ho sempre saputo che erano stati loro, l'inquilina del piano di sopra, che è una persona malata, e il suo compagno. L'ho sempre detto, ne ero sicura - racconta Mimma all'ANSA - Non ho mai incontrato lui, ma lei sì. L'ho guardata in faccia e le ho chiesto 'siete stati voi?'. Ma lei ha negato, sempre".
    Fortuna da quell'uomo ha subito abusi sessuali. Come la migliore amichetta di Fortuna, di soli tre anni, figlia della coppia: violenza per la quale l'uomo è in carcere da diversi mesi e lei è ai domiciliari perché sapeva tutto, aveva anche visto ma non aveva mai denunciato. "C'è poi Antonio, il piccolo Antonio - aggiunge Mimma - il figlio di quella donna malata è morto un anno prima rispetto a Fortuna. É precipitato come lei, nello stesso posto. Non aveva una scarpina come la mia piccola.
    Lo hanno ucciso loro? Perché chi indaga non va a chiederlo a sua nonna che sa tutto e non ha mai detto nulla?".
    Un silenzio, quello dei condomini di quello stabile, come di tutto il Parco Verde di Caivano che c'è sempre stato. "Mia figlia morì a mezzogiorno, possibile che nessuno vide nulla? No, certo, nessuno sa nulla - accusa Mimma - anche oggi, anche dopo la notizia dell'arresto tutti zitti. Nessuno è venuto da me a dirmi, 'sai hai sempre avuto ragione'. Nessuno è venuto per abbracciarmi. Continua l'omertà e continua lo schifo".
    Mimma combatte, come ha sempre fatto. Ha la voce ferma quando parla degli assassini. C'è solo un momento in cui si ferma, trattiene il respiro e dice: "L'unica cosa certa di questa storia è che io non ho più la mia Fortuna e che io sono l'unica condannata. Condannata ad un dolore che non passerà mai. Solo una mamma sa l'amore che prova per una figlia e solo una mamma sa il dolore che si prova a perderla. Io Fortuna l'ho cresciuta, l'ho amata e l'ho persa. Ecco perché dico che quei due devono marcire in carcere".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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