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Violenza donne, "inutili i manifesti choc"

Violenza donne, "inutili i manifesti choc"

Simona Vitale, "bisogna reagire ai primi segni di aggressività"

30 luglio 2015, 17:50

Redazione ANSA

ANSACheck

Violenza donne: esperta, non si combatte con manifesti choc - RIPRODUZIONE RISERVATA

Violenza donne: esperta, non si combatte con manifesti choc - RIPRODUZIONE RISERVATA
Violenza donne: esperta, non si combatte con manifesti choc - RIPRODUZIONE RISERVATA

La violenza sulle donne non si previene con le campagne-choc a base di manifesti e immagini forti, ma risvegliando nelle vittime la capacità di cogliere e interpretare correttamente i primi segni di un carattere maschile aggressivo, potenzialmente rivolto alla mancanza di rispetto verso la propria partner. Simona Vitale, 38 anni, napoletana, counselor e docente, studia da anni i rapporti tra i sessi e analizza così il crescente numero di casi di violenza sopportata fino a conseguenze anche estreme. Già docente di Sociologia dei processi comunicativi e sociali nelle università Federico II e Suor Orsola Benincasa, giornalista, autrice di diversi studi e pubblicazioni, Simona Vitale è una 'personal life coach' e counselor. In particolare si definisce una 'woman coach', figura che accompagna le donne nel processo di identificazione dei propri obiettivi personali e nella costruzione di un percorso volto al loro raggiungimento. Secondo la studiosa napoletana, "ciò che manca alle donne che si imbattono in fenomeni di violenza è la capacità di riconoscere nella loro gravità i primi segnali. Una piccola mancanza di rispetto viene accettata pensando che resterà un caso isolato, la seconda viene tollerata e così via. Si finisce per metabolizzare come 'normale' un ripetersi e aggravarsi di gesti che potranno solo peggiorare. E la stessa vittima finisce gradualmente per assuefarsi. La strada giusta invece consiste nel rispettare anzitutto se stessi, nel saper riconoscere i primi segnali e nel combatterli. Anche cambiando partner, se necessario". Altro errore che le donne compiono spesso: "Credere nell''Io ti cambierò, le altre non ci sono riuscite ma il mio amore ce la farà', come se la relazione avesse doti di onnipotenza. Così si vivono rapporti insoddisfacenti, frustranti. E' molto meglio per le donne vedere cosa c'è ora in una relazione, senza illudersi in una prospettiva di cambiamento che potrà non realizzarsi mai. Occorre investire sul presente, non su un ipotetico potenziale futuro". Dal punto di vista sociale, "non servono le campagne mediatiche contro il femminicidio che mostrano donne ferite, in difficoltà. Quello è già il culmine di un percorso di violenza iniziato molto tempo prima. La prevenzione deve essere anzitutto culturale, è inefficace limitarsi a etichettare l'uomo come il 'cattivo' di turno, o peggio ancora pensare che le donne si 'attirino' lo stupro o la violenza". Per Vitale la prevenzione di femminicidi e violenze si realizza solo in un modo: "Con una cultura del rispetto verso l'altro, che oggi non viene assolutamente trasmessa da nessuna agenzia educativa". Cosa dovrebbe fare la scuola? "Fornire gli strumenti per la convivenza pacifica tra le persone. Immagino un progetto permanente, che abbia continui collegamenti con la realtà, condotto con l'ausilio di esperti e coinvolgendo tutto il corpo docente, l'intera offerta formativa. Porre il rispetto per l'essere umano al centro della didattica". Violenza a parte, qual è l'aiuto che una 'woman coach' può offrire a donne alla ricerca di se stesse? "Oggi le donne rischiano di crollare sotto il peso dei ruoli e delle aspettative che la società accumula su di loro. Essere belle, giovani, in forma, indipendenti dal punto di vista economico, persone buone, ottime amiche e madri eccezionali e molto ancora. E così le donne sono oppresse, stanche da aspettative umanamente impossibili da realizzare a tutti i livelli. Invece la strada è tornare alla propria essenza, liberarsi dai desideri sociali che non sono i propri. Compiere un percorso di autoconoscenza e mettersi in contatto con la propria natura più autentica. Esiste un altro modo di vivere l'essere donna, non frammentato tra mille ruoli spesso inconciliabili, basato sul riconoscere i bisogni più autentici e profondi, ammettendo che si può essere contraddittori, imperfetti. Così cresce la forza interiore: confidando nelle proprie scelte, senza che ci sia qualcun altro a dirti cosa fare o a indicarti le priorità". Simona Vitale è leader della Rete al femminile Napoli, associazione nazionale che promuove l'imprenditoria delle donne e la loro valorizzazione. Il suo sito è www.simonavitale.com.

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