"E' assurdo trasformare i randagi di
Pompei in capri espiatori dell'incuria e del degrado che
affliggono uno dei siti archeologici più importanti del mondo".
Lo sottolinea la Federazione Italiana Associazioni Diritti
Animali e Ambiente - alla quale aderiscono, tra le altre, le
associazioni Enpa, Lav, Leidaa, Lndc, Oipa, AAE Conigli,
AiutiamoFido, Amici Animali Onlus, Cani & Mici per Amici Onlus,
City Angels, Earth, Eolo a 4 zampe, Frida's Friends Onlus, I
Favolosi Cani 80, Leal, Rifugio del Micio, Noi Animali, Ombre a
4 zampe, SOS Gaia, SOS Levrieri, Tartamondo Onlus, Gaia Italia,
L'Arca della Valle, Anita onlus, Amoglianimali onlus -
commentando la decisione, presa dalla locale Asl, di avviare una
campagna di accalappiamento dei cani che vivono tra le rovine
della città antica.
"Grazie alle iniziativa delle associazioni animaliste e alla
preziosa opera dei volontari - afferma la Federazione in una
nota - i randagi di Pompei sono in gran parte controllati e
sterilizzati, non rappresentano un pericolo dal punto di vista
sanitario e non danno fastidio ai turisti. Di fronte ai
frequenti crolli e agli episodi di grave negligenza umana, è
sconcertante constatare che qualcuno pensi ai randagi come alla
prima emergenza di un sito che ne conosce ben altre. Ci
auguriamo che, dopo il fallito appostamento di oggi, le autorità
locali ci ripensino e rinuncino alla campagna di
accalappiamento, per impiegare il denaro dei cittadini in
interventi più utili e più urgenti. Giù le mani dai randagi"
conclude la Federazione.
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