I segretari generali della
Calabria della Cgil e della Fillea Cgil, Angelo Sposato e Simone
Celebre, lanciano l'allarme sulle conseguenze che l'ondata di
caldo che sta imperversando in questi giorni potrebbe provocare
sui lavoratori del settore edile e chiedono al presidente della
Regione, Roberto Occhiuto, di emettere un'ordinanza di
sospensione delle attività del settore.
"Sono necessarie la massima attenzione e l'applicazione di
ogni condizione di sicurezza - affermano Sposato e Celebre - per
i lavoratori edili che in questo periodo stanno svolgendo la
loro attività in una situazione di estremo disagio e di
possibile pericolosità a causa del caldo estremo".
"A fronte dei primi interventi di emergenza già attuati a
seguito di preoccupanti colpi di calore e della previsione di
temperature ancora alte nei prossimi giorni - aggiungono I due
dirigenti della Cgil calabrese - è necessario che le aziende
adottino tutte le misure utili, come informative sugli effetti
del calore, controllo della temperatura e dell'umidità del luogo
di lavoro, predisposizione di aree di riposo ombreggiate,
organizzazione di orari e turni di riposo, messa a disposizione
di acqua fresca, al fine di abbattere il rischio per la salute e
sicurezza dei lavoratori nei cantieri edili, compreso il ricorso
alla cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), con la
causale 'eventi meteo''. Quest'ultimo strumento é previsto nei
cantieri edili nel caso in cui il termometro superi i 35 gradi,
ma anche con temperature inferiori quando vengono percepite in
modo elevato, come avviene in particolari lavorazioni o con un
elevato tasso di umidità. A tale proposito, la Fillea Cgil
Calabria ha ottenuto, insieme agli altri sindacati di categoria,
la variazione dei turni di lavoro nei cantieri legati alla
costruzione del terzo megalotto della statale 106 Ionica per
consentire ai lavoratori di essere impiegati nelle ore meno
calde".
"La salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori
- dicono ancora Sposato e Celebre - è un diritto irrinunciabile
che in un Paese civile deve fare il paio con il lavoro, che deve
essere anche sinonimo di sicurezza".
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