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Droga: operazione Cc nel reggino,eseguite 9 misure cautelari

Droga: operazione Cc nel reggino,eseguite 9 misure cautelari

Tra reati contestati anche porto e detenzione abusiva armi

REGGIO CALABRIA, 01 luglio 2022, 09:13

Redazione ANSA

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Produzione, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, porto e detenzione abusiva di armi comuni da sparo. Sono i reati contestati ai 9 indagati dell'operazione "Good" scattata all'alba quando i militari dell'Arma hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip di Palmi su richiesta della locale Procura guidata da Emanuele Crescenti. Due persone sono finite in carcere. Per altri cinque indagati, il gip ha disposto gli arresti domiciliari mentre per gli altri due c'è l'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Taurianova, sono state avviate nel gennaio del 2021, quando nel corso di un controllo in strada a Nicotera Marina sono stati fermati due minori provenienti dalla piana di Gioia Tauro, trovati in possesso di alcuni grammi di marijuana. Le indagini hanno consentito di risalire a un soggetto, oggi indagato dalla Procura di Palmi, che all'epoca avrebbe ceduto lo stupefacente ai due sedicenni. L'inchiesta vede al centro un intero nucleo familiare, originario di Anoia, i cui componenti si sarebbero resi autori di almeno 30 episodi di cessione, acquisto o detenzione di sostanze stupefacenti di varia tipologia, in particolare marijuana e hashish.
    Gli indagati, secondo i pm, avrebbero detenuto illegalmente armi comuni da sparo e precisamente due fucili e una pistola.
    Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso che due degli indagati si erano anche vantati di avere fatto, nella notte di Capodanno del 2021, il tiro al bersaglio contro la segnaletica stradale in Contrada Tubà, la frazione di Anoia dove dove, secondo gli inquirenti, i principali indagati avevano realizzato una piantagione di canapa indiana sequestrata l'anno scorso dai carabinieri. L'esito degli accertamenti tossicologici sulle piante ha permesso di stabilire un Thc pari a quasi 5.000 dosi. Se immessa sul mercato, gli investigatori ipotizzano che la sostanza stupefacente avrebbe consentito di realizzare ingenti guadagni.
   

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