Hanno negato
di essere stati vittime di usura agevolando, in tal modo,
esponenti della cosca Piromalli indagati dalla Dda di Reggio
Calabria. Clemente Cedro, 66 anni, e il figlio Giovanni (36),
già imprenditori nel settore dei videopoker, sono stati posti
agli arresti domiciliari dai carabinieri, sulla base di un
provvedimento del gip, per false informazioni al pm aggravate
dalle finalità mafiose. I due, individuati come vittime di usura
nell'ambito dell'operazione "Atlantide", cui hanno contribuito
alcuni collaboratori di giustizia, sentiti dal pm hanno negato
circostante e contestazioni a loro carico fornendo versioni
definite di comodo che avrebbero potuto portare alla
scarcerazione degli affiliati ai Piromalli arrestati il 22
dicembre scorso. Secondo quanto é emerso, padre e figlio
avrebbero anche pianificato la loro remunerazione per le false
dichiarazioni. Clemente Cedro avrebbe anche informato l'indagato
Francesco Cosoleto, informandolo di quanto avevano detto al pm.
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