Beni per 214 milioni di euro sono stati confiscati da Guardia di finanza e Dia, con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, a due imprenditori - messi sotto vigilanza speciale - ritenuti contigui ad esponenti della 'ndrangheta legati alle cosche Tegano e Condello di Reggio, Alvaro di Sinopoli, Barbaro di Platì e Libri di Cannavò.
Complessivamente, in Calabria e Lombardia, confiscati 220 beni immobili tra appartamenti, ville e terreni, 9 società e 22 rapporti finanziari.
Quote di società proprietarie di noti alberghi della provincia di Reggio Calabria, come il "Grand Hotel de la Ville" di Villa San Giovanni, e della Nuovo Basket Viola Reggio, 206 beni immobili, tra villette, appartamenti di pregio, autorimesse e terreni, e oltre 1,6 milioni di euro in contanti: sono i beni confiscati dalla Guardia di finanza e dalla Dia di Reggio Calabria a due noti imprenditori della città, Pietro Siclari e Pasquale Rappoccio ai quali è stata comminata anche la sorveglianza speciale di ps per 3 anni e 6 mesi. Il provvedimento è stato emesso al termine di indagini svolte dal Nucleo di polizia tributaria-Gico della Finanza e dal Centro operativo Dia su una copiosa documentazione - ufficiale e non - riguardante contratti, quote societarie, atti di partecipazione e aggiudicazione di beni messi all'asta dal Tribunale fallimentare, atti notarili, scritture private. Indagini che avrebbero permesso di accertare un'ingiustificata discordanza tra il reddito dichiarato e il patrimonio a disposizione. Gli imprenditori, secondo l'accusa, sono contigui a esponenti delle cosche Tegano, Condello, Alvaro, Barbaro e Libri.
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