"La diagnosi precoce con l'apporto
dei medici di base, in presenza per esempio di aftosi,
tromboflebiti e altre situazioni, può contribuire a scoprire e
ad affrontare per tempo la malattia di Behet", una rara malattia
autoimmune che colpisce con una percentuale di 0,3-6,6 casi ogni
100 mila abitanti, in prevalenza in Giappone, Cina e Turchia,
con conseguenze anche molto gravi. Lo ha detto oggi, a Matera,
il professor Ignazio Olivieri, una dei massimi esperti del
settore, nel corso della 17/a conferenza internazionale sulla
malattia: "Non conosciamo ancora - ha detto Olivieri, presidente
della Conferenza - quali siano le cause della malattia che
colpisce una fascia di età compresa tra i 15 e i 30 anni e una
vasta zona del pianeta che va dal Mediterraneo al Giappone,
lungo l'antica via della seta. La malattia può colpire il
sistema nervoso, procura cecità e altri disturbi. In Italia
abbiamo compiuto due studi epidemiologi".
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