"Una media di 0,60 centesimi al
chilo (0,80 il lungo e 0,70 il tondo), riduzione della
produzione, qualche problema sulla qualità (sia pure a macchia
di leopardo), difficoltà nel conferimento e nel rispetto degli
accordi con le industrie di trasformazione: sono queste le
tendenze secondo la Cia della campagna pomodoro da industria, in
pieno svolgimento in Basilicata". Lo ha reso noto Saverio
Carlucci, della Confederazione italiana agricoltori, spiegando
che "tra le aree più vocate la quotazione anche delle qualità
migliori e più richieste dalle industrie è decisamente bassa con
qualche decina di centesimo in meno rispetto a quanto avevamo
previsto. Carlucci ha detto che "oltre un certo limite non si
può andare: il prezzo corrisposto ai produttori deve essere
remunerativo, altrimenti tutta la filiera diventa insostenibile
sia per gli agricoltori che per i lavoratori".
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