In Italia la biodiversità è sempre
più rischio, minacciata soprattutto da crisi climatica,
inquinamento, catture accidentali e azioni antropiche. Lo rileva
Legambiente secondo cui a preoccupare, in particolare, è lo
stato di salute di avifauna e anfibi, a cui la ong dedica
quest'anno uno speciale all'interno del suo report Biodiversità
a rischio 2024.
Le specie più a rischio comprendono il fratino, la berta
maggiore e minore, il gabbiano corso, la salamandra di Aurora,
il geotritone del Monte Albo e il geotritone del Sarrabus.
Legambiente accenna anche a una nuova malattia tipica
dell'avifauna marina, la "plasticosi", una fibrosi nel tratto
gastrointestinale, indotta dall'ingestione continua e abbondante
di plastica.
Legambiente denuncia i ritardi dell'Italia sia nell'istituire
nuove aree protette e zone di tutela integrale al 2030 sia nel
frenare le varie minacce a partire dal bycacth, ossia la cattura
accidentale delle specie durante l'attività di pesca. L'Italia,
ricorda la ong, ha ricevuto una lettera di messa in mora dalla
Commissione Europea per non aver attuato le misure previste
dalle Direttive "Uccelli", "Habitat" e "Ambiente Marino",
specialmente rispetto alla protezione degli uccelli marini.
Quattro le priorità su cui l'Italia dovrà lavorare, secondo
Legambiente: istituire nuove aree protette e zone di tutela
integrale e sbloccare le 70 in stallo; attuare i Piani d'Azione
e Strategie comunitarie, adottati dall'Ue per favorire la
protezione e valorizzazione della biodiversità; vietare la pesca
a strascico in tutti i parchi nazionali marini e le aree marine
protette; valorizzare le esperienze virtuose messe in campo in
questi anni, dalle buone pratiche territoriali, ai progetti a
tutela della biodiversità finanziati dal Programma Life dell'Ue.
Nella prossima legislatura europea l'auspicio è di confermare
gli obiettivi del Green Deal e i target della Strategia per la
biodiversità.
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