Una trasformazione "radicale" del
sistema dell'energia è necessaria per affrontare il cambiamento
climatico e promuovere lo sviluppo sostenibile con un taglio
delle emissioni del 70% entro il 2050. Sono i dati presentati
dal direttore generale di Irena, l'Agenzia internazionale per le
energie rinnovabili, Francesco La Camera, all'Aspenia Talks
"Politica ed economia di un 'green deal' in Europa". Di questa
riduzione delle emissioni, il 75% verrà dalle energie
rinnovabili e dalla elettrificazione, mentre l'efficientamento
energetico e altre politiche conteranno per il 25%.
Al convegno è intervenuto anche il direttore Italia
dell'Enel, Carlo Tamburi, che ha lanciato una avvertimento sul
fatto che "con la fine degli incentivi, gli investimenti nelle
rinnovabili in Italia si sono un po' ridotti e rischiamo di non
raggiungere gli obiettivi che ci siamo auto-imposti per il
2030", dopo aver raggiunto in anticipo gli obiettivi per il
2020.
La direttrice di Aspenia, Marta Dassù, ha sottolineato invece
come "per essere sostenibile e attuabile il green new deal
europeo dovrà tenere conto di una serie di dilemmi che al
momento non compaiono nell'ottimistica agenda di Ursula von der
Leyen" ricordando che, negli ultimi anni, le emissioni europee
di CO2 stanno crescendo.
Uno dei nodi da risolvere, secondo il portavoce dell'Asvis,
Enrico Giovannini, è quello degli aiuti di stato: "è chiaro - ha
dichiarato - che non si fa una transizione di un intero sistema
economico usando delle regole sugli aiuti di stato che sono
state immaginate per una situazione normale". La Cina non ha
proprio il concetto di aiuti di stato - dichiara l'economista -
e sono dieci anni che ha investito in settori molto innovativi,
l'Europa ha bisogno di affrontare questo tema".
L'head di Esg Strategy di Credit Suiss, Daniel Wild, ha poi
sottolineato il ruolo cruciale per la transizione delle
istituzioni finanziarie. Mentre, in video conferenza, il
vicepresidente del Parlamento europeo, Massimo Castaldo, ha
definito i 260 miliardi di euro di investimenti del green new
deal proposti da von der Leyen "la scommessa più grande in
termini quantitativi, si tratta di quegli investimenti a lungo
termine cruciali per la ricerca di base. Una mossa politica ben
definita, un patto tra Unione europea e stati membri".
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