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Energia: Irena, necessario taglio emissioni del 70% al 2050

Energia: Irena, necessario taglio emissioni del 70% al 2050

Aspenia, dilemmi su green deal. Giovannini, nodo aiuti di stato

ROMA, 19 dicembre 2019, 16:13

Redazione ANSA

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Una trasformazione "radicale" del sistema dell'energia è necessaria per affrontare il cambiamento climatico e promuovere lo sviluppo sostenibile con un taglio delle emissioni del 70% entro il 2050. Sono i dati presentati dal direttore generale di Irena, l'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, Francesco La Camera, all'Aspenia Talks "Politica ed economia di un 'green deal' in Europa". Di questa riduzione delle emissioni, il 75% verrà dalle energie rinnovabili e dalla elettrificazione, mentre l'efficientamento energetico e altre politiche conteranno per il 25%.
    Al convegno è intervenuto anche il direttore Italia dell'Enel, Carlo Tamburi, che ha lanciato una avvertimento sul fatto che "con la fine degli incentivi, gli investimenti nelle rinnovabili in Italia si sono un po' ridotti e rischiamo di non raggiungere gli obiettivi che ci siamo auto-imposti per il 2030", dopo aver raggiunto in anticipo gli obiettivi per il 2020.
    La direttrice di Aspenia, Marta Dassù, ha sottolineato invece come "per essere sostenibile e attuabile il green new deal europeo dovrà tenere conto di una serie di dilemmi che al momento non compaiono nell'ottimistica agenda di Ursula von der Leyen" ricordando che, negli ultimi anni, le emissioni europee di CO2 stanno crescendo.
    Uno dei nodi da risolvere, secondo il portavoce dell'Asvis, Enrico Giovannini, è quello degli aiuti di stato: "è chiaro - ha dichiarato - che non si fa una transizione di un intero sistema economico usando delle regole sugli aiuti di stato che sono state immaginate per una situazione normale". La Cina non ha proprio il concetto di aiuti di stato - dichiara l'economista - e sono dieci anni che ha investito in settori molto innovativi, l'Europa ha bisogno di affrontare questo tema". L'head di Esg Strategy di Credit Suiss, Daniel Wild, ha poi sottolineato il ruolo cruciale per la transizione delle istituzioni finanziarie. Mentre, in video conferenza, il vicepresidente del Parlamento europeo, Massimo Castaldo, ha definito i 260 miliardi di euro di investimenti del green new deal proposti da von der Leyen "la scommessa più grande in termini quantitativi, si tratta di quegli investimenti a lungo termine cruciali per la ricerca di base. Una mossa politica ben definita, un patto tra Unione europea e stati membri".
   

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