L'elettricità prodotta dal carbone in
tutto il mondo ha raggiunto un livello record nel 2021, a circa
10.350 terawattora con un aumento del 9%, mettendo così a
rischio gli sforzi per ridurre le emissioni globali di gas serra
mentre la domanda di carbone è sulla buona strada per
raggiungere un massimo storico quest'anno e rimanere a questo
livello fino al 2024, sottolineando la necessità di un'azione
politica rapida e decisa. Lo rileva l'International energy
agency (Iea) sulla base del rapporto annuale sul mercato dei
combustibili fossili diffuso nel dicembre scorso.
Sulla base delle tendenze attuali, secondo la Iea la domanda
globale di carbone dovrebbe salire a 8.025 milioni di tonnellate
nel 2022, il livello più alto mai visto, e vi rimarrà fino al
2024.
Il consumo di carbone, ricorda la Iea, "era diminuito nel
2019 e nel 2020, anche se meno di quanto inizialmente previsto,
e la rapida ripresa economica del 2021 ha spinto la domanda di
elettricità molto più velocemente di quanto le forniture a basse
emissioni di carbonio potessero tenere il passo. Il forte
aumento dei prezzi del gas naturale - osserva la Iea - ha anche
aumentato la domanda di energia elettrica prodotta dal carbone,
rendendola più competitiva in termini di costi".
La maggior parte dell'aumento dell'uso di carbone l'anno
scorso, sottolinea la Iea, è stata in Cina e India
(rispettivamente il primo e secondo Paese consumatore,
produttore e importatore nel mercato del carbone), che insieme
rappresentano i 2/3 della domanda globale, anche se entrambe
hanno lanciato quantità impressionanti di energia rinnovabile.
Queste due economie, con una popolazione complessiva di quasi 3
miliardi di persone, detengono la chiave per la futura domanda
di carbone.
"Il carbone è la principale fonte di emissioni globali di
carbonio e il livello elevato di produzione di energia da
carbone" nel 2021 "è un segnale preoccupante di quanto il mondo
sia lontano" dagli obiettivi di "riduzione di emissioni verso lo
zero netto", ha affermato il direttore esecutivo della Iea Fatih
Birol. "Senza azioni forti e immediate da parte dei governi per
contrastare le emissioni di carbone avremo poche possibilità, se
non nessuna, di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi
centigradi".
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