I porti, "inseriti nelle città",
siano "luogo di cambiamento, di creazione di valore, di
integrazione, non solo economica, ma anche sociale", e "speriamo
che queste iniziative aiutino a far vedere il porto come un
luogo in cui le donne possano portare le loro capacità", ma
anche "svolgere un ruolo che, noi uomini, a volte, abbiamo più
difficoltà a a realizzare". Parola del ministro per le
Infrastrutture e la mobilità sostenibili Enrico Giovannini,
intervenuto pochi minuti fa al convegno "Empowerment delle
donne: la transizione ecologica, una sfida per città e porti del
futuro", organizzato da Women20 (un organismo che opera nel
quadro del G20, composto da donne rappresentanti dei 20 paesi
più industrializzati, impegnate nella società civile e sul tema
della parità di genere) e dall'Enel. "Noi pensiamo ai porti come
luoghi in cui serva la 'forza bruta', ma sono ormai luoghi
complessi dell'organizzazione del lavoro", dunque aspetti come
"la digitalizzazione e la formazione" fanno sì che vi si possa
immaginare una maggior presenza femminile, ha proseguito,
ricordando come nel Piano nazionale di ripresa e resilienza
(Pnrr) "noi abbiamo deciso di investire oltre 4 miliardi sulla
portualità italiana".
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