Un ordine del giorno, proposto dal
presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo Giuseppe Di
Pangrazio e approvato dai capigruppo, per esprimere contrarietà
alla delocalizzazione del terminal bus dalla stazione Tiburtina
di Roma ad Anagnina con la richiesta di impegnare Giunta
regionale e Ufficio di Presidenza del Consiglio ad assumere ogni
iniziativa istituzionale e se necessario, di ordine legale, con
la Giunta capitolina e il Governo regionale del Lazio affinché
la decisione della Giunta Raggi sia immediatamente revocata.
Tra gli impegni posti in votazione nel documento anche quello
per le Istituzioni regionali abruzzesi di chiedere con la
massima urgenza un confronto istituzionale con la Giunta
capitolina e il Governo nazionale per avviare uno studio
approfondito che conduca alla permanenza della Stazione di Roma
Tiburtina con il suo ammodernamento funzionale, salvaguardando
il sito come snodo di trasporto insostituibile nella
intermodalità regionale, nazionale e internazionale che si
sviluppa in Roma Capitale. Sono gli impegni contenuti nel
documento, di cui è primo firmatario il presidente Giuseppe Di
Pangrazio, approvato nella seduta della conferenza dei
capigruppo del Consiglio regionale.
L'ordine del giorno boccia la proposta della giunta romana
ritenendo la riorganizzazione proposta come gravissimo danno per
l'intero Abruzzo, per la sua economia e per tutti i suoi
cittadini, in ragione dei collegamenti nel trasporto civile,
pubblico e privato, con Roma Capitale e le interconnessioni del
trasporto stradale, ferroviario e aereo, nazionale e
internazionale. Per i capigruppo in Consiglio regionale, la
localizzazione nella stazione Anagnina comporta, inoltre, un
difficilissimo collegamento con le autostrada A1 e A25,
escludendo la funzione di velocizzazione introdotta dalla
bretella autostradale e dalle complanari costruite anche con il
contributo degli utenti abruzzesi attraverso il prelievo dalle
tariffe autostradali, che sono le "più costose d'Italia".
Conseguentemente, spiega il documento, il collegamento con il
centro della città di Roma, effettuato con i mezzi di trasporto
urbani dalla stazione Anagnina, è incomparabilmente più
difficoltoso rispetto a quello attuale dalla stazione Tiburtina
e tale complicazione compromette le condizioni di lavoro, di
studio e di attività di tutti gli utenti. In sostanza, la
deliberazione del 16 ottobre 2018 della Giunta Capitolina
determina un gravissimo danno per l'autotrasporto civile e
pendolare, pubblico e privato, di lavoratori, studenti,
professionisti e operatori economici che quotidianamente si
sviluppa tra l'Abruzzo e Roma Capitale.
"E' inaccettabile per l'Abruzzo una decisione così
penalizzante assunta in maniera unilaterale dalla Giunta romana
- spiega Di Pangrazio - Ho deciso di impegnare tutte le forze
politiche su questa vicenda cercando la più ampia condivisione e
mi dispiace che il capogruppo del M5S non abbia sostenuto il
documento che non è politico, ma affronta una problematica reale
come quella dei trasporti verso la capitale. Una questione che
rappresenta un'opportunità per la regione Abruzzo, per le altre
regioni e per la stessa città di Roma. Per queste ragioni ho
ritenuto opportuno chiedere alla giunta Raggi, alla Giunta
regionale del Lazio e al ministro competente di partecipare a un
incontro per trovare una soluzione a questa vicenda".
Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere delegato ai
trasporti, Maurizio Di Nicola: "E' un tema troppo importante per
l'Abruzzo per non essere difeso in questo momento. La nostra
regione ha dimostrato di essere solidale con Roma nella vicenda
dei rifiuti e ci aspettiamo che l'amministrazione capitolina
tenga conto delle ragioni degli abruzzesi". Il documento
approvato dai Capigruppo verrà ripresentato nella forma di una
risoluzione urgente nella prossima seduta del Consiglio
regionale prevista il 29 novembre.
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