"L'unico termine che si può
utilizzare è costernazione". A dichiararlo è il consigliere
regionale abruzzese Leandro Bracco esprimendo tutta la sua
delusione e indignazione per il decreto ministeriale che dà il
via libera alla centrale di compressione della Snam a Sulmona
(L'Aquila). "A cosa sono serviti anni di battaglie, assemblee,
mobilitazioni collettive finalizzate a scongiurare lo stupro di
un territorio la cui notevolissima vulnerabilità è conosciuta?
Zero. La storia non ha insegnato nulla - sottolinea Bracco - Il
3 novembre 1706 un terremoto di magnitudo 6.6 sconquassa la
Valle Peligna. Sulmona è rasa al suolo. La 'Siena d'Abruzzo' non
c'è più. I morti sono mille". Ora l'autorizzazione alla centrale
e alle quattro linee del metanodotto Brindisi Minerbio.
"A meno che la giustizia amministrativa o Sergio Mattarella
si mettano di traverso - scrive Bracco - entro due anni i lavori
prenderanno il via. Sarà un'opera imponente. Ma anche un gigante
dai piedi d'argilla perché il territorio di Sulmona e
dell'intera Valle Peligna è fragile e presenta molteplici
criticità. Ma soprattutto, nelle sue viscere, cova quell'immensa
realtà il cui nome è terremoto".
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