Studenti abruzzesi informati, ma
non troppo, su uso e rischi delle nuove tecnologie. Emerge da
un'indagine conoscitiva condotta su oltre 5000 studenti delle
scuole secondarie di secondo grado da abruzzesi condotta da
Co.Re.Com. Abruzzo in collaborazione con l'Unicef, patrocinata
dal Comune di Pescara e con la collaborazione della Polizia
Postale, dell'Ufficio Regionale Scolastico e dell'Arit.
La presentazione stamani, nella sala consiliare del Comune di
Pescara. Nello specifico, dall'indagine si è potuto constatare
che i giovani "si sentono sicuri" quando navigano online,
infatti oltre il 60% dichiara di conoscere i rischi della rete e
di essere capace di starne lontano. Tale risultato è sicuramente
anche frutto di una "cultura della propria tutela online" che si
è diffusa grazie ai continui interventi formativi da parte degli
adulti; infatti, oltre il 65% dei ragazzi intervistati ha
dichiarato di aver ricevuto insegnamenti e suggerimenti in
merito e, nella fattispecie, tali indicazioni sono state fornite
da genitori (circa il 67%) - che, negli ultimi anni mostrano
sempre una maggiore attenzione all'argomento - esperti del
settore (35%) e dagli insegnanti (33%). Benché i ragazzi, dicano
di sentirsi sicuri mentre navigano online, risulta interessante
il fatto che oltre il 48,5% dichiara, comunque, il desiderio di
voler conoscere eventuali pericoli e insidie nascosti nella rete
e che il 28,3% vorrebbe approfondire gli aspetti positivi di
internet per sfruttarne al meglio le potenzialità. Viene, però,
confermata anche la tendenza che negli ultimi mesi ha destato
molto clamore sulle cronache locali e nazionali, quella legata
all'hate speech (incitamento all'odio) in quanto oltre il 46%
dei ragazzi dichiara che tra i contenuti negativi che visualizza
maggiormente online vi sono gli insulti e l'istigazione alla
violenza (46,6%), seguiti da giochi e scommesse (45%) e immagini
pornografiche (40,3%); non sono da meno, purtroppo, anche
contenuti legati alla discriminazione razziale (38%) e al
consumo di droghe (32%). Un riscontro importante è stato quello
ottenuto analizzando le reazioni che i ragazzi hanno alla
visione dei contenuti poco leciti: il 66,5% non ne parla con
nessuno, mentre la restante parte si confronta principalmente
con amici (80,8%) e con genitori (44,2%). Per quanto concerne
attività più vicine alla sfera del cyberbullismo, gli episodi
più diffusi tra i giovani sono per lo più legati alla ricezione
di messaggi che hanno spaventato la vittima (38,3%),
l'esclusione da parte di community e/o gruppi (36,3%) - ad
esempio, gruppi di classe su whatsapp - e la pubblicazione
online di pettegolezzi e cattiverie sul conto della vittima
(33,9%). Per quanto riguarda, invece, l'utilizzo degli strumenti
per connettersi alla rete, lo smartphone si attesta, con il suo
95%, lo strumento in assoluto più utilizzato; WhatsApp (99%) e
Facebook Messenger (58%) si confermano le applicazioni di
messaggistica più usate; Facebook e Instagram rimangono
attualmente i social network più impiegati (84% il primo e 82%
il secondo). "Navigare Sicuri - ha dichiarato il Presidente del
Corecom Abruzzo Filippo Lucci - nasce con l'intento di
investigare il comportamento online dei giovani studenti
abruzzesi al fine di promuovere un utilizzo più responsabile e
consapevole delle nuove tecnologie, dei dispositivi mobili, dei
social network e di internet nel suo complesso".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA