L'Ufficio di Polizia di Frontiera
dell'aeroporto d'Abruzzo rischia la chiusura. E' l'allarme
lanciato al presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di
Pangrazio, dai delegati del Sap, Sindacato Autonomo di Polizia,
nel corso di un incontro tenutosi nella sede del Consiglio a
Pescara. "Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza - spiega
Giampaolo Guerrieri, segretario provinciale Sap di Pescara - ha
presentato ai sindacati una bozza del piano di riorganizzazione,
da attuare entro i primi mesi del 2015, che prevede proprio la
chiusura dell'Ufficio di Pescara, strategico in una regione
turistica come l'Abruzzo. Come si può anche solo pensare di
chiudere un Ufficio di Polizia di Frontiera che garantisce la
sicurezza aeroportuale e il controllo di frontiera in uno scalo
internazionale con un traffico annuo di circa 5000 voli e un
transito pari a 600mila passeggeri".
Per il sindacato è incomprensibile che si sia pensato di
andare a incidere sul quarto aeroporto d'Italia con traffico
passeggeri inferiore al milione, mentre altri scali (come
Ancona, ad esempio, che è quinto) non sono stati interessati da
questa riorganizzazione.
Il quadro prospettato dal Sap a Di Pangrazio porterebbe a
conseguenze pesanti sull'operatività dell'aeroporto d'Abruzzo,
che potrebbe perdere gran parte dei voli internazionali
attualmente in funzione, bloccando qualsiasi ipotesi futura di
sviluppo. E la stessa situazione riguarda anche il posto di
frontiera al porto di Pescara.
"Da parte mia - ha sottolineato Di Pangrazio - c'è la massima
disponibilità a percorrere tutte le strade per scongiurare
questa ipotesi. Chiederò ufficialmente l'intervento anche del
presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso,
considerato che l'aeroporto d'Abruzzo è una delle infrastrutture
strategiche del nostro territorio, su cui abbiamo già investito
importanti risorse".
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