Ventitré Paesi e due continenti in
328 giorni, tra autostop, corse in autobus e un passaggio
transoceanico in barca a vela durato trentacinque giorni per
raggiungere le sponde del Sud America dalle Canarie e proseguire
oltreoceano, rigorosamente senza aereo, il "Project Kune", il
giro del mondo ecosostenibile a cui hanno dato il via due
giovani amici, il padovano di origini abruzzesi Tommaso Farina e
lo spagnolo Adrian Lafuente, il 5 giugno scorso da Scanno
(L'Aquila), scegliendo l'azienda agricola "Gregorio Rotolo" come
specifico luogo di partenza per un viaggio che durerà due anni
alla ricerca di iniziative green.
La fase europea è terminata lo scorso autunno, con 14 Paesi e la
memorabile esperienza in Norvegia di ristrutturazione di un faro
sulle isole Lofoten in cambio di ospitalità, poi il lungo
passaggio atlantico in catamarano con ben tre incidenti alla
vela principale. Ora l'avventura continua in Sud America,
mettendo alla prova se stessi ma anche consolidati luoghi
comuni: "Abbiamo deciso di attraversare per intero il Venezuela,
nonostante sia fortemente sconsigliato da tutti. Ci siamo
approcciati sempre con sensibilità e prudenza, e si è rivelato
un Paese bellissimo, pieno di belle persone", racconta all'ANSA
Tommaso Farina, dopo aver risalito il Rio delle Amazzoni in
barca per un viaggio di 5 giorni insieme a decine di migranti in
fuga.
"In Brasile abbiamo scoperto l'interessante figura della
segretaria dei popoli indigeni. Siamo riusciti a contattarla e
ad andare ad intervistarla di persona. Ricopre un importante
ruolo politico per la salvaguardia dei popoli locali contro agro
business, deforestazione, sfruttamento: una vera e propria
guardiana della foresta Amazzonica".
"Questo continente ci sta portando molto fuori dalla nostra
comfort zone. Storie di povertà e ingiustizia sociale sono molto
più marcate e ci stanno facendo rendere conto di come sia
difficile parlare di sostenibilità con persone che non possono
pensare a qualcosa di diverso dal portare il cibo a casa a fine
giornata. Ma tante associazioni ci hanno accolto a braccia
aperte per farci vivere parte dei loro progetti per la
sostenibilità, dall'agricoltura rigenerativa, alla lotta contro
la malnutrizione, alla coltivazione di frutti tipici per la
cosmesi".
Ora inizia una fase di rapida risalita del continente latino per
tornare in tempo, prima della stagione degli uragani, a Panama
per cercare un altro passaggio in barca a vela, questa volta
però per un'impresa ancora più lunga e rischiosa di quella
dell'Atlantico: la traversata del Pacifico per raggiungere
l'Asia.
Nonostante il budget minimo di 32mila euro in due, la stanchezza
dovuta ai frequenti spostamenti in disagevoli autobus per corse
anche di 36 ore, nottate in ripari di fortuna o in tenda, il
viaggio è ben lungi dall'essere agli sgoccioli: "nostro prossimo
obiettivo è la traversata di circa due mesi e mezzo: raggiungere
l'Asia in barca è quello che vogliamo anche se siamo consapevoli
delle difficoltà dell'impresa".
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