"È stata rinvenuta la presenza di
arsenico, piombo e mercurio con concentrazioni superiori a
quelle previste dalla legge, soprattutto per il mercurio nei
sedimenti fluviali fino a quattro metri di profondità".
Così il direttore generale dell'Agenzia regionale per la tutela
dell'Ambiente (Arta), Maurizio Dionisio, nella relazione
introduttiva del convegno tecnico che si è svolto oggi nella
sede del distretto di Chieti sul corposo Piano di
caratterizzazione condotto sulle aree pubbliche del Sito
d'interesse nazionale (Sin) di Bussi sul Tirino (Pescara), su
quello che è stato il polo industriale più antico d'Abruzzo,
dove nel 2007 è stata scoperta quella che è stata definita la
discarica di veleni chimici più grande d'Europa.
Due anni di lavoro, tra indagini e analisi di laboratorio, su
un'area di 235 ettari estesa per oltre 9 chilometri compresa tra
ben dieci comuni delle province di Pescara e Chieti, che hanno
restituito la fotografia dell'inquinamento ancora oggi presente
in quell'area.
Aperto da Dionisio, il convegno si è sviluppato con le relazioni
di Gianluca Marinelli, responsabile Ufficio siti contaminati,
materiali da scavo e discariche del Distretto Arta di Chieti,
Antonio Diligenti, geologo Ufficio siti contaminati, materiali
da scavo e discariche del Distretto Arta di Chieti, Mosè
Lamolinara, dirigente Sezione Chimica ambientale Distretto Arta
di L'Aquila, Carlo Colangeli, responsabile Ufficio
microinquinanti organici e inorganici, acque, suolo, sedimenti,
rifiuti distretto Arta di Pescara e ha visto l'intervento
dell'assessore regionale all'Ambiente, Nicola Campitelli.
"Per la Regione Abruzzo - sottolinea l'assessore all'Ambiente -
quella di Bussi è la madre di tutte le bonifiche; vogliamo
sviluppare un nuovo modello che riesca a conciliare il
risanamento con la rigenerazione ambientale ma anche sociale ed
economica. In tal senso - conclude Campitelli - ringrazio Arta
per il grande lavoro di controllo e validazione della bonifica
svolto sul SIN".
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