Potrebbe essere compatibile con
il suicidio, tramite impiccagione, la morte di Annamaria
D'Eliseo, 60enne di Lanciano, avvenuta lo scorso 15 luglio.
Stamani sopralluogo tecnico disposto dalla Procura nel
garage-cantina all'esterno della villa di famiglia, in località
Iconicella di Lanciano (Chieti). L'esame è stato fatto con la
formula dell'atto irripetibile alla presenza dei carabinieri
della scientifica, i legali e i consulenti di parte. Nel locale
era già stata sequestrata una scala a forbice che si sostiene
potrebbe essere stata utilizzata dalla donna, trovata senza vita
dal marito Aldo Rodolfo di Nunzio, 70 anni, presuntivamente
accusato di omicidio volontario. La Scientifica ha lavorato
durante il sopralluogo ricostruendo la scena con la tecnica in
3D. L'indagato è difeso dall'avvocato Claudio Nardone che aveva
con sé il medico legale Riccardo Di Tanna e l'ingegnere edile
Lucio Di Paolo.
"Dal sopralluogo effettuato ci sono possibilità che la donna
si sia potuta impiccare - dice Nardone - Per la difesa sono
elementi importanti a favore dell'assistito". I cinque figli
della vittima sono patrocinati, quali parti offese,
dall'avvocato Elisabetta Merlino, che come consulente ha scelto
il medico legale perito Ildo Polidoro. "Il punto analizzato -
aggiunge Merlino - è compatibile col gesto volontario". Spetta
ora ai pm Serena Rossi e Francesco Carusi, titolari d'indagine,
valutare i risultati del sopralluogo tecnico confrontandoli con
gli esiti dell'esame autoptico, effettuato a Fermo il 21 luglio
dal medico legale Cristian D'Ovidio, insieme a ulteriori
verifiche istologiche e tossicologiche. Difatti, l'autopsia non
ha chiarito la dinamica della morte della donna né risolto i
dubbi.
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