"In un momento storico quale quello
che stiamo attraversando, così intriso di eventi di complessità
tale da produrre mutamenti socio-politici spesso di difficile
interpretazione su base mondiale, lo studio dell'intelligence e
delle sue declinazioni nei variegati ambiti di applicazione, non
può che costituire uno degli elementi imprescindibili sul quale
fondare la costruzione della sicurezza, della democrazia e della
stabilità sociale di ogni nazione". Lo scrive il vicedirettore
dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise), generale
Giovanni Caravelli, in un messaggio inviato in occasione del
convegno 'Il Futuro dell'Intelligence' organizzato a Chieti
dall'Università 'Gabriele D'Annunzio' Chieti-Pescara con i
patrocini del ministero della Difesa e della Regione Abruzzo.
"L'Università e la ricerca scientifica hanno un ruolo
fondamentale nello studio e nella diffusione della cultura
dell'Intelligence, soprattutto in Italia", scrive ancora
Caravelli, sottolineando che "all'interno dell'ecosistema
digitale nel quale l'intero mondo è oggi immerso, le
informazioni 'vere' sono come impastate in un miscelatore ove la
disinformazione rappresenta un'arma dalle potenzialità
illimitate".
"La vera sfida dell'intelligence nazionale, nel terzo
millennio - conclude il vicedirettore dell'Aise - risiede dunque
nella capacità di saper ricercare, selezionare, leggere ed
elaborare ogni singola informazione, ogni frammento di notizia
per farne un prodotto di intelligence utile alla salvaguardia
della sicurezza dello Stato".
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