"Dobbiamo attenerci ai fatti e
disgraziatamente io sono stato testimone oculare di quei fatti.
E mi chiedo? Quale padre prenderebbe per mano la figlia di dieci
anni, la condurrebbe per mano lungo uno dei viadotti più alti di
tutta l'autostrada, le farebbe scavalcare il guard rail, la
metterebbe in piedi con lo sguardo e il corpo verso il vuoto, la
cingerebbe col braccio e all'arrivo della macchina della Polizia
Stradale con un gesto immediato, irreversibile e non bloccabile,
la spingerebbe volontariamente di sotto? Come facciamo a pensare
che non ci fosse un pensiero, un progetto, molto ben radicato e
deciso, e addirittura molto ben programmato?. Non è avvenuto un
incidente per caso. È stato un gesto volontario in un luogo
scelto appositamente che non dava nessuna possibilità di
scampo". Lo ha detto questa mattina il professor Massimo Di
Giannantonio, ordinario di Psichiatria all'Università degli
studi D'Annunzio di Chieti, rispondendo alle domande sulla
volontà o meno di Filippone di non voler, almeno nella idea
iniziale, di risparmiare la figlia dal suo folle gesto.
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