Il sindaco di Teramo, Maurizio
Brucchi, non chiude le scuole 'sine die' come il sindaco di
Leonessa ma, come i colleghi di Foligno e Fabriano, chiede con
urgenza a Gentiloni chiarimenti su come comportarsi in merito
alla chiusura delle scuole. "E' ricominciato il gioco del cerino
- ha detto - dove ognuno punta a salvare il proprio
fondoschiena. Dopo le dichiarazioni della Commissione Grandi
Rischi qualcuno deve dirci come comportarci. Esiste davvero un
rischio tanto grande - chiede - cioè di subire un terremoto
anche del settimo grado, quando fino a oggi ci hanno sempre
detto che non è possibile prevederlo? A me sembra una grande
incongruenza".
"E' come se io, da medico senologo, diagnosticassi a una
paziente un cancro e alla sua domanda su cosa fare io
rispondessi 'faccia lei'" esemplifica Brucchi.
Nella lettera inviata al presidente del Consiglio Gentiloni,
al ministro delle Infrastrutture Delrio, al capo della
Protezione civile Curcio e al presidente della Commissione
Grandi Rischi Bertolucci, Brucchi pone due quesiti: "Le
procedure seguite fino a oggi dal terremoto del 24 agosto e poi
quello più forte del 30 ottobre, sono corrette? E soprattutto,
come devo comportarmi rispetto al diverso indice di
vulnerabilità, compresi tra 0.2 e 0.9 delle scuole cittadine con
eventuali misure di sicurezza da adottare, come, ad esempio, la
loro chiusura?".
"Sarò molto determinato - conclude Brucchi - e farò di nuovo
le verifiche, ma mi aspetto e attendo una risposta dalle
istituzioni".
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