"Quelle di oggi sono le prime
ordinanze di custodia cautelare emesse grazie all'introduzione
di questo specifico delitto nel codice penale. E' l'ennesima
conferma dell'efficacia della legge sui delitti ambientali per
reprimere e punire adeguatamente chi si macchia di crimini
contro l'ambiente a danno di tutta la comunità". Lo ha
dichiarato il direttore generale di Legambiente, Stefano
Ciafani, commentando l'operazione di oggi del Corpo Forestale in
Abruzzo, che ha portato al sequestro del depuratore di Chieti e
all'arresto dei responsabili per presunto inquinamento
ambientale.
"Solo nei primi 8 mesi monitorati (nell'arco temporale
compreso tra il 1 giugno 2015 e il 31 gennaio 2016) - ha
aggiunto Ciafani - grazie al contributo di tutte le forze
dell'ordine sono stati accertati 118 casi di inquinamento
ambientale (con la denuncia di 156 persone e 50 sequestri, per
un valore di oltre 10 milioni di euro) e 30 di disastro
ambientale (con la denuncia di 45 soggetti), che sono due dei
più importanti delitti introdotti".
Secondo il dossier Ecomafia 2016 di Legambiente, l'Abruzzo è
tra le regioni più colpite dall'illegalità nel ciclo dei
rifiuti, con un trend in costante e preoccupante crescita. Con
266 infrazioni penali accertati in questo settore, il 5,2% sul
totale nazionale, l'Abruzzo si piazza all'ottavo posto nella
classifica regionale per numero di reati, cui vanno aggiunte 254
denunce, 8 arresti e 98 sequestri.
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